DOGE : FRANCESCO FOSCARI. 79 segna seguirebbe in sulle 23 ore del giorno 24 ; il Contarmi si recò ad Orzinuovi con Antonio Lampugnano, mandatovi da Oldrado suddetto in sua vece, e presentatosi all'ingresso di quel castello, vi trovò genti d’armi del conte Francesco Sforza degli Attendoli, alle quali domandò in nome di Venezia la consegna del luogo che gli fu da quegli armati rifiutata con mali modi, sicché il solo Lampugnano entrò nella terra. Il Contarini allontanatosi alquanto, commise ad Andrea della Marca, armigero agli stipendi di Venezia, di aspettare la risposta definitiva, e costui poco dopo gli riferì che non si voleva cedere la terra e che il Lampugnano non sapeva che farci; onde il Contarini rimandò esso della Marca a protestare per la mancata esecuzione dei trattati. Di più Cesare Martinengo, armigero di Francesco Sforza, avvertì il Contarini che nè esso, nè la sua comitiva sarebbero ricevuti in Orzivecchi, onde l’ultimo dovette recarsi a Rovato. Fatto sulla via fra Orzinuovi e Orzivecchi. — Testimoni; Achille Avogadro e Tartarino Caprioli, bresciani, Ventura de Ruico armigero di Venezia, Antonio da Gemona ed Antonio da Prata. — Atti Graziolo de’ Somelli da Gavardo not. imp. Registrato nel libro degl’ istrumenti del comune di Brescia da Bertramino de’ Bia-chi da Romano not. in Brescia (v. n. 243). 243. — 1427, ind. V, Gennaio 24. — c. 199 (202) t.° — Istrumento simile al n. 242, nel quale si espone come presentatosi Marco Morosini, rappresentante i commissarii veneti nominati in detto documento (procura in atti di Betramino dei Biachi da Romano), con Chiarino detto Rosino de’ Boseti da Chiari trombetta e nunzio di Oldrado Lampugnano, davanti alla terra di Chiari e al suo castello per averne la consegna, questa gli fu dal castellano rifiutata, onde se ne parti dopo solenni proteste. Fatto presso la fossa della rocca di Chiari. — Testimoni Bello de’ Grassi da Romano, il Bianchi suddetto, ambi notai di Brescia, Biagio di Guglielmo da Vicenza e Donato di Lana de’ Terzi bresciano, che vi sono sottoscritti. 244. — 1427, Gennaio 25. — c. 197 (200). — Il cardinale di S. Croce ai commissarii veneti (v. n. 239). Lesse con gran dispiacere ciò che accadde ai commissarii; avendo scritto al Trono, venne il cancelliere dei commissarii stessi, ch’era andato a Pontoglio, il quale riferì essergli stato risposto nella stessa guisa. Scrisse tosto ad Oldrado Lampugnano che riscrisse verrebbe per accomodare le cose. Tosto uditolo, esso cardinale partirà per Brescia onde parlare coi commissarii. Data a Palazzolo. 245. — 1426, (Gennaio?) 27. — c. 101 (99). — Annotazione come al n. 139, a favore di Giovanni della Spesa, per caratelli 50 da prendersi in Puglia. 246. — 1426, ind. V, Febbraio 1 (m. v). — c. 193 (196). — Il doge fa sapere che per premiare i distinti meriti di Gerardo Averoldi di Brescia verso la republica, fu decretato dai competenti consigli che dalla camera di quella città siano pagati al