DOGE.' TOMASO MOCENIGO. 35 Fatto in Padova, nella sala sopra la guardia della piazza dei signori. — Testimoni : Pietro Scrovegni, Giampietro e Jacopo Zabarella, Nicolò Mussatti, Frugerio Lanzarotti. — Atti Gian Domenico dal Ferro not. imp, e scriv. due. 80. — 1421, ind. XIV, Maggio 10. — c. 62(60). — Convenzione conclusa da Jacopo Dandolo conte e capitano a Scutari, rappresentante la Signoria di Venezia, con Giovanni Basclatio e Nicolò Desco, preti, e Pietro Nestasio, e Pietro Summa, tutti rappresentanti il comune di Drivasto, per la dedizione di questo a Venezia. Le seguenti condizioni sono esposte in volgare. È concesso perdono generale ai drivastensi ; quella città non sarà guastata nè smantellata ; saranno conservati i rispettivi beni a tutti i cittadini. Avendo Giovanni Baselazo riscattato con suoi danari il vescovo di Drivasto fatto prigioniero, e desiderando il popolo che il vescovado sia dato ad esso Baselazo, il Dandolo rispose : Conienti senio che quelo lo qual cerca questo aparlien ala dogai signoria aver lo dito miser lo vescovo diebia. Gli abitanti di Scutari che hanno beni nel territorio di Drivasto, possano coltivarli senza molestie, e cosi quelli di Drivasto nel territorio di Scutari. Sono riconfermati gli antichi confini del territorio di Drivasto. Non si molesteranno i detentori di cose rubate nel castello. È confermato lo statuto di Drivasto. I giudici di quella terra saranno esenti dal pagar la decima. I ladri ed omicidi banditi dai domini veneti prima della guerra, lo siano anche da Drivasto. Quei cittadini saranno esenti per due anni dal pagamento della decima, e le esenzioni antiche dal pagamento stesso sono mantenute. Sono vietate ai cittadini di Drivasto le vicendevoli ingiurie pei partiti politici professati in addietro. Ciascun possessore di terra possa far lavorare i suoi beni da chi gli piacerà. Si conferma la concessione a quel comune di alcune erbe e del dazio della beccheria. Si acconsente al modo proposto di riscuotere la decima ; si annullano i crediti dello stato per decime e condanne non ancora estinti. Saranno soddisfatti i creditori dello stato per servigi resi. Sono dichiarati nulli i bandi inflitti per la ultima guerra. Si concedono a Raico e Pietro fratelli Summa le provvigioni, di tre cavalli latini a quello che abiterà Scntari, e di due a quello che starà in Drivasto ; si acconsente che Pietro Summa abbia metà della pronia di Marano, l’altra metà Teodoro Taxillo ; si confermano, quando le abbiano avute dalla Signoria, ai detti Summa la villa di S. Sofia, i terreni di Piera negra, i Diedi e la villa dei Garuci, salve le ragioni di altri. Le due porte della città siano in tempo di pace custodite da un solo cittadino ciascuna (v. n. 84). Fatto e registrato nella cancelleria di Scutari per mano di Vittore de Vittore cancelliere del conte. 1421, Maggio 15. — V. 1423, Maggio 14, n. 131. 81. — 1421, Luglio 5. — c. 60 (58). — Nicolò Giorgio e Fantino Dandolo, ambasciatori veneti al papa, al Doge. Confermano lettere dei 5 Giugno (mandata col corriere Giorgio tedesco) e 2 Luglio, che annunziavano la conclusione degli affari loro commessi e il ritorno in patria. Partecipano che il Cardinal ju-