DOGE: FRANCESCO FOSCARI. 295 284. — 1445, Settembre 20. — c. 175. — L’infante di Portogallo reggente quel regno al doge. Dice non avere stimato conveniente il trattenere colà 1’ ambasciatore inviatogli, Nicolò da Canale, tutto il tempo necessario per la discussione giuridica dell’ affare per cui fu mandato, la rinunzia cioè per parte di esso infante al marchesato di Treviso concessogli dall’ imperatore Sigismondo. Ringrazia del-l’invio di persona sì cospicua e sapiente ; farà esaminare la questione, e dichiara che se il suo diritto non avesse a risultare con tutta chiarezza, è dispostissimo a rinunziarvi, amando anzi tutto essere amico di Venezia, verso la quale continuerà per intanto negli usati buoni rapporti. Data a Coimbra (v. n. 292). 285. — 1415, ind. IX, Ottobre 27. — c. 176 t.° — Condotta di Giovanni del Conte (rappresentato dal suo cancelliere Benedetto da Roccasecca — procura data in Valmontona (?), ai servigi di Venezia con 400 cavalli in tempo di guerra, ridotti a 100 lancie in tempo di pace, per due anni ed uno di rispetto. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni tre segretari ducali. — Atti Luigi Bosa. 286. — 1445, ind. IX, Dicembre 4. — c. 181 t.° — Condotta di Cristoforo de’ Mauruzzi da Tolentino ai servigi di Venezia con 200 lancie, per un anno ed uno di rispetto. Fra le condizioni è stipulato che il condottiero non sarà obbligato a far guerra contro i Malatesta. Atti Dionigio Floriano. 287. — 1445, ind. IX, Gennaio 5 (m. v.) — c. 167 t.° — Patente ducale che dichiara rinnovata per due anni ed uno di rispetto dal 1 Gennaio, la condotta di Gentile da Leonessa e di Giannantonio figlio di Erasmo Gattamelata da Narni (v. n. 228). 288. — 1446. — ind. IX, Febbraio 19. — c. 182. — Ermolao Donato del fu Nicolò e Nicolò di Vito da Canale dottore, rappresentanti il doge e la Signoria di Venezia e il comune di Firenze, e Paolo di Onofrio de’ Polidori, Giovanni di Biagio Antiqui e Lodovico Ubertinelli dottor di leggi procuratori del comune di Ancona (procura in atti di Antonio de’ Saraceni de Cassia cancelliere del comune stesso), pattuiscono : Venezia e Firenze accettano Ancona col suo territorio e contado fra i loro aderenti, promettendo difenderla e proteggerla e conservarla nella solita libertà ecclesiastica. Venezia continuerà a difendere il porto con sue navi fino che sarà necessario, ed Ancona, durante la protezione non vi accoglierà legni invisi alla protettrice. Venezia e Firenze affideranno la difesa terrestre di Ancona a Francesco Sforza, e vi contribuiranno con ogni potere. Si restituiranno alla detta città tutti i luoghi da essa perduti e che si ricuperassero, specialmente Offagna. Essa avrà per amici gli amici, e per nemici i nemici di Venezia e di Firenze, e non permetterà che a questi ultimi si portino viveri attraverso il suo territorio. Darà passo e viveri (verso pagamento) in tutti i suoi territori alle genti delle due pro>