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COMMEMORIALI, LIBRO XI.
    54.	— 1420, ind. XIII, Agosto 19. — c. 41 (39). — 11 doge, ad istanza presentata da Andrea di Sbroiavacca, visdomino del monastero di S. Maria di Aquileia, in nome di Chiara di Tricano badessa del monastero medesimo, conferma il privilegio allegato.
     Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni come al n. 40. — Atti di Nicolò del fu mastro Antonio Petriani not. imp, e scriv. due.
     Allegato: 1229, ind. II, Marzo 11. — Bertoldo patriarca di Aquileia a Me-rigarda badessa e alle monache del monastero di S. Maria di quella città. Conferma : Tutte le concessioni fatte al monastero da Popone, Sigardo ed Ddalrico suoi predecessori; il possesso delle terre di Piuli e Frudas (?) e tutto ciò che stà fra il fiume Malisana e il Fiume Grande (Attis) lungo il fiume Rovedula ; in Aquileia tre curie, cinque slationes, un cellarium ; le ville di Terzo, di S. Martino, di Cervignano, di Muscoli, di Altura, il predio de Sachilio (Saciletto ?), la villa di Perteole, quella di Mortesino colle sue pertinenze, dal lago che è in Sum-ma stiva fino a Castellane (castello di Porpeto) e dal Prato frascario fino a Cavenzano, da Casali Sualdons lungo la Rovedula e I’ Anfora fino al Corno, e lungo il Zumello, con tutto quel territorio ; la villa di Caselle, un manso in Biccinico, le ville di Susench e di Cusano, con cappelle e servi ; in Carnia de Vico Medicas (Villa di Mezzo o Midiis), 60 formaggi ; nell’ Istria il luogo d’isola con giurisdizioni varie e 100 orne di vino ; tre ville già concesse dal patriarca Sigardo a sua sorella Friderunda badessa, cioè Mazumpicchia, Pantianico e Beano con vari diritti compresi i parrocchiali, giusta largizioni del patriarca Giovanni e del vescovo di Trieste ; due mansi presso Tolmino, due in Frechan, una curia in Aquileia donata da Beinchardo di Montona, una casa in foro (sulla piazza ?) presso la chiesa di S. Giovanni, venduta alla badessa da certo Mistat ; cinque mansi in Malvad, due in Furnel (Fornelli), due nel Carso, uno ad Casallum, uno in Bagnara ; tutta la villa di Maleretlo (Meretto) ; le avvocazie cedute da Engelberto conte di Gorizia al monastero, nonché quelle largite dallo stesso a suffragio dell’ anima di sua sorella Tericis (sic), ricevute però in congruabio (cambio ?) le sette massaricie che la detta Beatrice aveva dato alla chiesa nel farsi monaca ; un manso in Volchenstein ; le decime d’Isola già date in feudo dal vescovo di Trieste al detto conte ; tre mansi in Riet, uno in S. Vito, un predio in Trieste, quattro mansi in Plez, uno in Juvar (Vivaro ?), due in Pu~ resso (Purgessimo), uno in Cavenzano, cinque in Rinchino (Ronzina ?), mezzo in Gavonch (Giavons?), uno in Sedegliano, uno in Nogiarelo superiori (Nojaret?), uno in Nogarelo (Nogaredo ?) ed uno in Moruzzo.
     Fatto nel coro della Cattedrale di Cividale. — Testimoni : Enrico vescovo di Pola, Gerardo vescovo di Cittanova, Artinido abate della Belligna, Ottone preposito di S. Udalrico, Corrado decano di Cividale, Filippo di mastro Udalrico canonico di Aquileia, Filippo di mastro Odelrico canonico di Aquileia, Ermanno di prete Udalrico (Odelrise), Giovanni decano, Giovanni di Barando, mastro Gardamone canonico di Cividale, Pietro, prete Ermanno, Bertoldo cappellano del patriarca, Mainardo conte di Gorizia, Corrado visdomino, Fulcherio di Reifenberg. — Atti Udalrico scrivano patriarcale.