DOGE: FRANCESCO FOSCARI. 423 sarò provveduto secondo le esigenze dei tempi. Sarà amministrata a tutti giustizia imparziale, altrimenti la Signoria non avrebbe accettata quella terra. Ognuno che posseda beni in quel territorio potrà goderne tranquillamente e con sicurezza. Gli abitanti di Chiari potranno godere egualmente de’ loro beni in qualsiasi parte dei domini veneti siano posti ; restituendosi a chi di diritto i perduti dopo il Marzo 4426. Circa il sale, saranno trattati come tutti gli altri abitanti del territorio di Brescia. Si confermano gli statuti ed ordinamenti consueti ad essa terra. Non vi sarà messo a rettore alcun bresciano, specialmente di parte guelfa. Tutti gli emigrati potranno ritornare e godere dei loro beni. Coloro che vorranno partire potranno fario colle lor cose senza impedimento, ed avranno salvacondotto per tre giorni. Circa i beneficiati ecclesiastici cacciati, provvederà il vescovo di Brescia. Si concede piena amnistia per tutti i delitti commessi in passato da abitanti di Chiari. E tutti gli assenti potranno ritornarvi. Data nel palazzo ducale di Venezia. 9. — 4427. — c. 291.° — Copia del trattato concluso fra il re di Tunisi Abu-Fares-Abd-el-Aziz e Jacopo Vallaresco ambasciatore veneto, tratta, per ordine di Bertuccio Faliero altro ambasciatore veneto, dell’ esemplare esistente in mano del console pur veneto residente in Tunisi. È copia intiera del documento riferito sotto il n. 381 del libro Vili, compresi i testimoni, il dragomanno, il notaio ecc. ; portando in fine solo due nuovi articoli, sulle punizioni dei saracini che offendono i veneziani e viceversa, e sulla facoltà al re di prendere a nolo, ne’ suoi bisogni, una nave veneziana su tre che si trovassero nel porto di Tunisi. A tali articoli, e prima del protocollo di chiusa, segue la dichiarazione che il trattato fu rinnovato nell’820 dell’Egira, cioè nel 4427 di Cristo, 10. — 4427, ind. VI, Gennaio 40 (m. v.) — c. 5 t.° — Ducale con cui, considerati i danni patiti dagli uomini di Travagliato, territorio di Brescia, e le loro benemerenze, si fanno esenti coi loro beni, per due anni, da ogni specie di imposta, gravezza, fazione e dazio del comune di Brescia. Quelli che durante la guerra presente furono obbligati a stare in detta città, vi restino per 40 anni. Tutti indistintamente i possidenti beni in Travagliato concorrano nelle spese sostenute e da sostenerci nella fortificazione e difesa d’ essa terra. Data nel palazzo ducale di Venezia. I!. — 4427, ind. VI, Gennaio 43 (m. v.) — c. 5 t.° — Ducale con cui si fa sapere : che avendo alcuni abitanti, delle valli Trompia e Sabbia offerto, al tempo in cui Brescia venne sotto il dominio veneto, a Marco Dandolo e Giorgio Cornaro la sottomissione delle valli stesse a Venezia, furono accettate con promessa che sarebbero trattate come lo erano sotto la signoria di Pandolfo Mala-testa ; e perciò : ognuna delle dette valli pagherà allo stato lire 1500 imperiali l’anno, piü i dazi dell'imbottatura, dell’entrata alle porte (di Brescia), del vino, dei grani, della mercanzia, della ferrarezza, dei quadrupedi grossi, e non altri. Potranno vendere liberamente, entro le valli, ciò che vorranno, senza pagamento