DOGE : FRANCESCO FOSCARI. 265 bastita Pontis (del Ponte a Marignano), annullate le malleverie da essi fatte al signore di Faenza. È accordata amnistia generale agli abitanti dei luoghi restituiti in virtù djlla presente, per delitti commessi durante la guerra, con ritorno dei beni ai primi proprietari. Le parti pure sono assolte per ogni danno datosi vicendevolmente e da tutte le pene incorse per inosservanza di precedenti trattati. Si eccettuano i ribelli o quelli di cui si fa espressa menzione nella presente. La possessione di Monticelli nel territorio di Quinzano (Bresciano) resti a Donato da Cesate camerlengo del duca. Quello dei contraenti nella presente che non la ratificasse nel tempo voluto, resterà escluso dai benefìci della pace, nè gli altri potranno soccorrerlo. Tutti i cittadini e sudditi delle parti saranno rimessi nel possesso dei beni che tenevano nei territori dei contraenti prima della guerra, al tempo dell’ ultima pace, trattine i ribelli e banditi i cui beni furono confiscati o alienati. La presente sarà publicata il 10 Dicembre venturo dai principali contraenti. Essa sarà approvata ed osservata dagli interessati. Le differenze fra questi, per 1’ esecuzione della medesima, saranno decise da arbitri eletti dai contendenti. Il cardinale di Piacenza (Branda Castiglioni) continuerà a godere la pensione dovutagli dalla Val Camonica. Venezia tratterà bene gli abitanti della valle di Brembilla, della Vaitorta e di Pizzino, perdonando loro il passato. 11 duca procurerà. che entro un anno siano restituiti 5340 ducati che le sue milizie, allora in Romagna, tolsero in Ferrara nell’ultima guerra a Cosimo de’ Medici e ad altri fiorentini. Venezia restituirà a Franchino da Castiglione, consigliere del duca, il feudo dei due terzi di Villa Bartolamea, ch’egli tiene dalla chiesa di Verona, indennizzandolo altresì dei redditi perduti, trattine quelli percepiti da Giovanni So-ranzo sui quali si riserva la decisione. Lo stesso Soranzo continuerà a godere della sua possessione di Breda nel Cremonese e di tutti gli altri beni che tiene in quel territorio; così pure Giovanni d’ Arezzo pei suoi possedimenti nel Veronese. Raffaele di Pietro di Benedetto da Pistoia, Pietro de’ Palmieri di Marti (?), Antonio di Giovanni Mangialupi, detto Ant. della Catarina, Lodovico di Angelo di Pietro da Terranova, Sandro di Jacopo Candi, Vittorio di Bartolo de’ Vittorii, Alessio di Guido di Banuccio e Pietro di Bettino da Montevarchi, tutti sette di Firenze, banditi da quel comune, sono assolti e rimessi nei loro beni e diritti. Sia fatta giustizia a Giampietro Visconti priore del monastero di S. Egidio di Fontanella nel Bergamasco circa il suo benefizio. I principali contraenti procureranno che i loro alleati ed aderenti osservino ed eseguiscano la presente, che sarà adempita alla lettera ; riservandosi lo Sforza la risoluzione dei dubbi insorgenti. Le parti ratificheranno la presente entro 20 giorni. Ove si parla di ultima guerra, s’intenderà il periodo dopo la pace di Ferrara. Pena ai contravventori alla presente 200000 ducati (v. n. 187). Fatto e publicato nel castello di S. Croce in Cremona, nella stanza dal ragio. — Testimoni : V(enturino Marni) vescovo di Cremona, Uguccione de’ Contrari), Nicola Macco Guarna da Salerno ambasciatore di Renato re di Napoli, Nicolò da Montoro cav. di Foggia, Manno de’ Barili da Napoli maresciallo del regno di Sicilia e squadrerio dello Sforza, Pasino de Eustachio capitano dei galeoni del duca di Milano, i cav. Giovanni de’ Stavoli e Gian Galeazzo de’ Ponzoni da Cremona, COMMEMORALI, TOMO IV, 34