DOGE : FRANCESCO FOSCAIU. 75 voli aiuti di genti ove ne abbisognassero in Zenta ; quelli di Antivari potranno eondur sale nella loro città come al tempo di Giorgio Strazimir. Rinunziando il despoto e il signor Giorgio a ogni altra pretesa per corrisponsioni, provvigioni ecc. pattuite nei trattati antecedenti e maturate fino ad oggi, il Querini farà contare al secondo ducati 1200 o perperi 4200; cominciando a decorrere dal 24 agosto passato la corrisponsione di 1000 due. per Cattaro. La determinazione dei confini fra i territori di Cattaro e del metropolita e della chiesa di S. Michele si affiderà a Raico Moneta, Tomaso Schiavo, Panco de Briza, Drago di Marco e Luxa di Paunti, con due probi uomini della zupa di S. Michele e tre di quella di Cattaro, tutti cinque scelti dal conte veneto a Cattaro (Questo documento è in volgare — v. n. 227). Fatto a Drivasto. 232. — 1427 (1426), ind. V Dicembre 30. — c. 160 (163). — I plenipoten-ziarii dei componenti la lega costituita nel n. 197, cioè Enrico di Colombier signore di Vufflens e Pietro Marchiandi dottore, procuratori di Amedeo duca di Savoia (procura in atti di Guglielmo Bolomier segretario del duca), Fantino Dandolo dottore e Paolo del fu Filippo Corraro, procuratori di S. Marco, e Tomaso Michele del fu Lorenzo, rappresentanti il doge e il comune di Venezia ; Rinaldo del fu Marco degli Albizzi cav., Marcello del fu Strozza degli Strozzi dottore, procuratori del comune di Firenze (procura in atti di Albertino del fu Luca), da una parte; ed i rappresentanti del duca di Milano nominati nel n. 230 dall’altra ; in seguito a mediazione di Nicolò (Albergati) cardinale prete di S. Croce in Gerusalemme, a ciò deputato da papa Martino V, pattuiscono: Sarà pace perpetua fra le dette parti che si perdonano vicendevolmente ogni specie di danni. Esse e i loro aderenti e raccomandati (da nominarsi entro due mesi al detto cardinale) non saranno molestati gli uni dagli altri nei loro possedimenti odierni. Il duca di Milano rinunzia ogni pretesa sulle terre e sui diritti tenuti da quello di Savoia dal di della morte del duca Giovanni Maria Visconti fino al 1 Settembre 1426. Il primo cede al secondo tutto ciò che questo conseguì sia coll’armi sia in altro modo, sui beni del duca di Milano dal detto 4 Sett. in poi. La città di Brescia con tutto il suo territorio, diritti e giurisdizioni (trattene Riva di Trento e il castello di Tenno colle loro pertinenze, ora in potere del vescovo di Trento) saranno di Venezia (e si stabiliscono alcuni punti spettanti al detto territorio, nominandosi il fiume Oglio, il castello di Palazzolo, Tezolo, Calcio, Cremona, Bergamo, Iseo) non compresa la Valcamonica. La consegna dei castelli d’Iseo, Palazzolo, Pontoglio, Chiari ed Orzinuovi sarà fatta entro 25 giorni, entro un mese quella del rimanente; delle eventuali questioni sarà giudice il detto cardinale. Il duca di Milano rinunzierà ad ogni pretesa verso i signori Malatesta per obblighi da questi contratti con lui. Isola Dovarese sarà restituita al signore di Mantova, il quale, come pure Luigi del Verne e i figli di Filippo di Arcelli, conserveranno i beni che possedevano nei dominii del duca al principio della guerra; e sene avessero perduti, saran loro restituiti, quando non fossero tra quelli ceduti a Venezia. Cosi pure i sudditi e dipendenti di questa conservino e godano i rispettivi beni che avevano alla detta epoca nei mentovati dominii, e viceversa i sudditi del duca nei terntorii veneti.