16 COMMEMORALI, LIBRO XI. Fatto nella cappella del palazzo degli anziani in Bologna. — Testimoni : Leonardo del fu Giuliano, Biagio di Bertilucio, Gasparo di Lombardo (o Lombardi), Domenico di Ventura, mazzieri degli anziani. — Atti Nicolò del fu Santo de’ Raimondi notaio all’ ufficio delle riformagioni. 25. — 6927 (1419), ind. XIII, Novembre 6. — c. 29 t.° — Trattato (in dialetto) concluso da Bertuccio Diedo ambasciatore e bailo veneto a Costantinopoli con Maometto I sultano dei turchi. Venezia non domanderà compenso per le rapine commesse dai turchi in Negroponte e nei suoi domini, e così il sultano per quelle dei veneziani in Gallipoli e altri territori di lui. Quella pagherà al sultano 1’ annuo tributo di 100 due. per Lepanto, e di 200 per Alessio, Drivasto e Scutari. Nè essa nè i suoi molesteranno i Balsa ; se però costoro o altri per ordine del sultano avessero preso, prima di ricevere notizia del presente, uno dei detti tre luoghi, Venezia pagherà un terzo di meno. Una delle parti, venendo offesa da sudditi dell’ altra, ne farà reclamo al signore dell’ offensore, difendendosi però dalle offese. Esse si consegneranno vicendevolmente i rispettivi sudditi traditori. Essendo il duca di Naxos (Nixia) cittadino veneziano, il sultano non gli chiederà tributo nè lo molesterà. Farà restituire le cose provate di proprietà e che erano sulle navi di Ambrogio Inzegnier e di Nicolò Rizzo veneziani. I luoghi e i sudditi di ciascuna delle parti non avranno molestia dai soggetti dell’ altra, e potranno liberamente viaggiare e trafficare nei domini di entrambe. Per ciò che spetta ai fuggitivi dai paesi del sultano si osservi quanto era d’ uso in passato. Dichiara di riconoscere per luoghi veneti Candia, Cerigo, Scarpanto, Santorino, Anafi, Stupalea (Stampalia ?), Tirasia, Amorgo, Nio, Paro, Acsia, Suda, Milo, Fermenic, Sifanto, Zia, Ser-fena (Serifo ?), Tine, Micone, Andro, Negroponte, Fitileo, Nauplia, Argo, Corone, Modone, Niclini, Corfù, Lepanto, Parga, Alessio, Durazzo, Butrintò, Scutari, Drivasto, Sebenico, Zara, Lamana (Lavrana ?) ; ai quali, con tutti gli altri che fossero per venire in mano a Venezia, egli non recherà più molestie. Fatto in Adrianopoli (v. n. 26). 26. — s. d. (1419, Novembre 6). — c. 30. — Lettera (in dialetto) del sultano dei Turchi ad Antonio Acciaiuoli. Gli dà notizia del trattato precedente e gli ordina di non molestare i veneziani nè i loro territori. 27. — 1419, ind. XII, Novembre 25. — c. 84 (82) t.°— Gian Nicola de’ Salerai di Verona, cav., podestà e capitano a Bologna, fa sapere che Nicolò de’ Baimondi (v. n. 24) è veramente notaio all’ufficio delle riformagioni del comune di Bologna. Data a Bologna. — Sottoscritta da Nicolò del fu Simone Boni notaio del podestà. 28. — 1419, ind. XII, Dicembre 2. — c. 82 (80). — Rosso Marino e Fran* cesco Foscari procuratori di S. Marco, rappresentanti il doge e il comune di Venezia, e il procuratore del comune di Bologna (v. n. 24) pattuiscono : i cittadini e sudditi di Venezia potranno, per 5 anni, e più se piacerà ai contraenti,