25 (Schr); Planina 8.912 (M 1); M. Nevoso 7.20 (R 3), uno col margine omerale verde e anche ai lati del pronoto con riflessi verdastri, gli altri due totalmente cuprei); retroterra mont. di Fiume (Pad. 113). 14. C. pseudonothus Kraatz (Gglb. 57, Reitt. D. 1897, 26 e Tab., 82; Semenow, Horae Soc. Entom. ross. 1898, 518; Born, C. R. 1912, 172; Kobmann, Mitt. Miinch. Ent. Ges. 1925, CO; Creutzeri var., Kraatz D. 1878, 144 e Roeschke D. 1896, 343. — Carniola, Krimberg; in Ca-rinzia sul M. Latschur una razza speciale, Konscheggi Born 1. c.; un’altra a Kappel nella Stiria meridionale, Hajeki Kobm. 1. c.; di provenienza ignota la sbsp. Gspani Kobm. 1. c.). — La descrizione originale del Kraatz si basa sopra 2 es., raccolti da F. Schmidt in Carniola; uno dei due portava l’indicazione «Birnbaumer» che il Kraatz (1. c.) ritenne per il nome di un raccoglitore, mentre il Depoli (C. B. 1913, 182) osserva che si dovrebbe trattare di un’abbreviazione di «Birnbaumerwald» o Selva del Piro, dalla quale si eleva il ben noto Monte Bè o Nanos. Se questa supposizione, come ritengo, è giusta, il C. pseudonothus si troverebbe anche nella V. G. Ad ogni modo si tratta di una specie rarissima, di un relitto, che si è conservato in pochi punti delle Alpi or.-merid. e del Carso. Nota. — L’opinione, che il C. pseudonotus possa considerarsi come una forma ibrida tra il C. irregularis e il Creutzeri (vedi p. e. Gangl-bauer, Wien. ent. Zeitg. 1909, 66), non è più condivisa dai carabologi moderni. Anzi il Born, nel descrivere la nuova razza del M. Latschur esclude tale ipotesi e considera il pseudonotus come specie a sè. 15. C. (Platycarabus) Creutzeri Fab. (Gglb. 55 e Reitt. Tab. 83. — Razze: Bernau, W. 1912, 161 e 1913, 131, E. B. 1914, 96 e C. R. 1914, 72. — Alpi calcaree merid. e regione carsica montana fino ai confini della Bosnia). — Da noi quasi esclus. nel retroterra montano (regione dei faggi e subalpina). Il punto più basso vicino a Gorizia è il M. Valentino (versante nord) e quello più vicino a Trieste la voragine di S. Canziano. Vive tanto nei boschi,- sotto sassi, corteccie e tronchi fracidi, quanto nella regione superiore aprica dei monti, sotto pietre. Nei boschi umidi esempi, vaganti anche di giorno, specialmente durante le pioggie; per bere acqua si accosta ai rigagnoli e si pone obliquamente sulle lunghe zampe colla testa in giù (osservazioni di Bernau, 1911, 288). Trovasi specialmente nei mesi VI e VII, però anche in V - X. Specie variabilissima, della quale sono state descritte recentemente molte razze e varietà, non meno di 5 per la Venezia Giulia e Liburnia; e se si calcola tutta la regione dal Trentino fino in Croazia ve ne sarebbero addirittura 16 o 17. Però manca ancora uno studio riassuntivo critico e chiaro. A ciò attende da molti anni l’amico Depoli di Fiume, il quale, speriamo, riescirà a mettere a posto le cose. Le nuove razze descritte dal Bernau vanno bene vagliate, perchè istituite in gran parte su pochi esemplari. Chi conosce l’enorme variabilità del C. Creutzeri, sa quanto valgano queste descrizioni.