35 italicus, pochi es. IV, V. — Istria sett.: nei paludi di Noghera 4.911 (Spr 1); nei boschi paludosi della Valle del Quieto pr. Montona, 1 es. vagante di giorno, 5.07. Per lo sviluppo delle ali gli es. della V. G. si possono suddividere in due gruppi, che sembrano costituire più che altro due forme biologiche, dipendenti da condizioni edafiche — 1) Forma subaptera, che vive di preferenza nei campi (Volzano, Magnano). Le ali sono più o meno abbreviate, esse raggiungono 2/3 o 3/4 della lunghezza delle elitre. —• 2) Forma alata, dei terreni paludosi al piano, soggetti a inondazioni periodiche (Monfalcone, Dobrdo, Noghera, Valle del Quieto). Le ali sono più lunghe delle elitre e ripiegate all’apice. Io avevo classificato a suo tempo gli esempi, alati per granulat. paludicola m. (cf. Schatz. Ospo 147). Però ora mi accorgo che per i caratteri di scultura essi collimano perfettamente coll’interstitialis. Il vero paludicola della foce del Narenta ha tanto le coste quanto i tubercoli più grossi e più elevati, i tubercoli esterni più breci, e si avvicina, per grandezza e forma, al miridita Apfb. dell’Albania. Nota. — Il dott. Sokolar (Ent. Woehenbl. 1907, estr. p. 18) crede di dover negare il carattere di razza all ’interstitialis Duft, e lo vorrebbe considerare come una varietà individuale del granulatus. Ciò è assolutamente errato. La differenza non sta tanto nello sviluppo delle interstrie terziarie che effettivamente sono quasi sempre accennate anche nella f. typ., ma nella scultura più uniforme e più piana dell ’interstitialis, con tubercoli più allungati, più appiattiti e coste meno salienti. 22. C. (Limnocarabus) clathratus L. (Dej. II, 108, Schaum 130, Gglb. 61 e Reitt. Tab. 147. — Diffuso nell’Asia sett. e in Eur., però in molte regioni sporadico e limitato a siti paludosi). Segnalato da Draga pr. Fiume (Pad. 113), però è più probabile che si tratti della seguente razza, di cui ho veduto 1 es. istriano: a) clathratus auraniensis Müll. (Münch. Kol. Zeitschr. 1903, 192; tipo: paludi di Vrana, Dalm. sett.). — Forma intermedia tra la f. typ. dell’Eur. centr. e la sbsp. stygius del Caucaso. Differisce dalla f. typ. per le elitre più strette e più appiattite, specialmente sul declivio api-cale, con coste meno sporgenti e fosse più piccole. — Valle del Quieto inf., 1 es. morto sotto un sasso, 5.23 (Ch). 23. C. (Hygrocarabus) variolosus Fab. (Gglb. 60 e Reitt. Tab. 104; nodulosus Dej. II, 110 e Schaum 123. — Eur. med., più frequente nella parte orientale, Predilige i siti acquitrinosi dei boschi lungo i ruscelli montani e va anche sotto acqua). —- La f. tgp. della regione dei Carpazi e dei Sudeti ha l’apice del pene dilatato, spatuliforme e quasi troncato. Essa è sostituita da noi dalla seguente razza: a) variolosus nodulosus Creutz. (Breuning, Col. Rund. 1926, 21; hydrophilus Reit t. Tab. 104, gorizianus Bernau Wien. ent. Zeitg. 1911, 288. — Statura più grande è più larga che nella f. typ., le fossette primarie meno profonde, le coste secondarie più sporgenti e il pene semplicemente ristretto all’apice, non spatuliforme. Abita le regioni montuose della Balcania nord-occidentale, dall’Albania in sù, poi le