la Tutto investimmi. - Più e più giorni tratto Mi sentiva a quel luogo, ed altra cura Non potè per più dì frangerne il corso. In mezzo a un vasto pian, che tutto intorno Degli estinti raccoglie i tristi avanzi, Sorge un tempio lontan da ogni tumulto Di strepito vivente. - Quei, che primo Il modellò, volle giacervi aneli’ esso, E la tornita si fece in mezzo a quello; Come suol far l'industrioso verme, Che pria prepara gli ammirati lili, Quindi dell’ opra sua fa il suo sepolcro. Spazioso è il luogo e nobil la struttura, Ma senza ornati, ed una maestosa Semplicitade è il pregio suo più bello. Il peso a sostener dell’ ampia vòlta Sorgon gravi colonne, e in ordin doppio Distribuite son. Luce confusa Sparge di sacro orror tutti gli oggetti. Che dal silenzio solitario acquista D imponente maestà grado novello. Un improviso pio terror s'investe Di tutti i sensi miei. Pur m avvicino All' ara sacra, ed ivi inciso io leggo Senza fasto di stile: 11 lempio è offerto A Dio da un grato cuor, che dall'eterna Bontà increata ogni suo ben conosce. D’un grato cuore, amor, quanto sei vago, Quando il tuo Nume eterno hai per oggetto,