DOGE: ANDREA DANDOLO. 141 S. Sede. Procurino al comune la facoltà d’inviare ogni quinquennio quattro navi e sei galee nei paesi del Soldano per trafficarvi ; a tal effetto possanó spendere tino a 5000 fiorini (v. n. 122 e 137). 135. — 1344, Luglio. — c. 15 (12). — Annotazione di mandato simile a quello riferito al n. 50, per ducati 36, soldi 9, portati a Venezia da Giovanni Giustiniani ritornato da capitano del Paisinatico dell’ Istria. 136. — 1344, ind. XII, Agosto 2. — c. 67 (64-72) t.° — Il doge dichiara di aver ricevuto da Francesco Falconetti, socio di Torino Baldesi da Firenze, ducati d’ oro 3171, gr. 5, picc. 17, seconda rata del debito mentovato al n. 45. Dato come il n. 45 (v. n. 170). 137. — 1344, Agosto 7. — c. 71 (68-76). — Ugo (Roger) cardinale prete di S. Lorenzo in Damaso, rispondendo a lettere ducali, rimessegli dai notai nominati al n. 134 dei quali loda la condotta, si protesta favorevolissimo a Venezia. Raccomanda Elia de Buffenos uomo d’ armi del papa. Dice che le spese per la bolla riferita al n. 122 ammontarono a fiorini 287. Loda Andrea Cornaro e Marino Faliero ambasciatori alla S. Sede, e ringrazia per un favore fattogli. Data a Pont de Sorgues presso Avignone. 138. — 1344, ind. XII, Agosto 10. — c. 69 (66-74) t.° — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna concesso al nobile Iacopo de’ Canali da Bergamo fratello dell’ arcivescovo di Ravenna, ed a’ suoi discendenti. — Con bolla d’ oro. Dato nel palazzo ducale di Venezia. 139. — (1344), ind. XII, Agosto 17. — c. 85 (82-89) t.° — Ubertino da Carrara capitano e signor generale di Padova, rispondendo a lettere del doge, dice d’ avere spedito all’ abate di S. Giorgio in Alga i suoi commissari Pietro da Campagnola e Sacchetto, per concludere un accomodamento fra quel convento ed i creditori di esso, Tomaso da Piove (de Plebe) e Tomeo, esponendo in fine i patti del-1’ accordo medesimo. Data a Padova. 140. — (1344), Agosto 20. — c. 70 (67-75). — Risposta del doge alla requisitoria riferita al n. 130. Il Gomarelli non dev’ esser molto sicuro del proprio diritto, ormai difficile a constatare, se aspettò 26 anni a farlo valere. Egli può aver sofferto il danno quando fervevano contese fra i veneziani di Negroponte ed i catalani di Romania. Venezia offri altra volta giustizia al querelante che la ricusò, e, vista 1’ amicizia di essa pel re, non v’ è motivo di minacciar rappresaglie. Spera quindi che per ciò non saranno inquietati i sudditi della stessa (v. n. 150). 141. — 1344, ind. XII, Agosto 21. — c. 126 (130) t.° — Trattato in cui si espone che, determinatosi Alberto conte di Gorizia e del Tirolo a finir la guerra