174 Commemorali, libro iV. a mantenere 25 a 30 stipendiar!, e maggiori vantaggi darebbe se Cessassero le invasioni dei turchi. (*) Ricevuta o trascritta nel libro. Y. Hopp, Geschichtlicher TJeberblich ueber die Schicksale von Karystos nel voi. XI dei Sit-zungsberichte dell’imp. Accad. delle se. di Vienna, pag. 590; tradotto da G. B. di Sardegna nella Dissertai, documentata sulla storia di Karystos, Ven., 1856. 294. — 1349, ind. Ili, Settembre 25. — c. 453 (158). — Parte del consiglio minore che, dietro querela e processo dei signori di notte, pone in istato d’ accusa Stefano Manolesso che aveva ucciso un bambino correndo a cavallo in piazza Sigi Marco (v. n. 298). Sono nominati i consiglieri : Paolo Donato, Giovanni Loredano, Nicolò Veniero, Stefano Marioni, Giovanni Steno e Giovanni Querini e i signori di notte : Moretto Gradenigo, Benedetto Emo, Michele Cappello, Giovanni Bondumiero, Maffeo Memmo e Giovanni Pollini. 295. — (1349), Ottobre 5. — c. 156 (161). — Bolla piccola di papa Clemente VI al doge. Ambasciatori di Zalabi signore di Altoluogo gli chiesero la ratificazione d’ un trattato stipulato da costui con Francesco arcivescovo di Candia e con Diodato di Gozon gran maestro di Bodi. Come n’ aveva il diritto, fece al trattato stesso delle modificazioni, ma non volle approvarlo senza il consenso di Venezia e del re di Cipro suoi alleati ; conchiuse quindi coi detti inviati un armistizio d’ un anno, ed invita il doge ed il re mentovato a spedirgli procuratori per negoziare la ratifica di quella tregua. Mandò intanto a Zalabi (v. n. 297) onde desista da ogni offesa contro i cristiani. Chiede ordini ai veneziani perchè non siano molestati nel frattempo i turchi, e che Venezia consulti se sia da accettare la tregua o da continuare la guerra. In questo caso sarà da pensare ai mezzi per farla (v. n. 182). Data in Avignone, anno 8 del pontificato (III non. Od.). 296. — 1349, Ottobre 9. —- c. 156 (161). — Alberto conte di Werdemberg al doge. Si scusa di non aver risposto ad un messo ducale che usò aspri modi nel reclamare la restituzione di merci da esso conte sequestrate a negozianti veneziani. Si accordò invece con Maffeo Trevisano più trattabile dell’ altro. Si protesta pronto a servire Venezia e a ben trattare i cittadini di essa. Il Trevisano chiederà ducali a favore dello scrivente. Data a Rivegge (?). 297. — (1349), Ottobre 40. — c. 157 (161) t.° — Il cardinale vescovo d’ Ostia e Velletri (Pietro de Colombier) al doge. Partecipa la missione a Venezia del nunzio pontificio Bartolameo de’ Tomarì da Bologna canonico di Candia, destinato altresì al re di Cipro e al gran maestro di Bodi. Esso nunzio è latore della bolla n. 295 e del trattato n. 239, ed è incaricato delle relative negoziazioni. Voglia il doge prestargli fede e assistenza, e solleciti la missione degli inviati veneti alla S. Sede. Data a Villeneuve les Avignons.