DOGE: FRANCESCO DANDOLO. 29 mette copia ; e di fare giustizia rigorosa, considerando i pregiudizi che ne verrebbero al commercio dei veneziani in Maiorca se non si procedesse con equità verso i danneggiati e severità contro i colpevoli. Data a Venezia (v. n. 166). 166. — 1329, ind. XII, Luglio 13 e 14. — c. 53 (59) t.° - 58 (64) t.° — Costituti di Biagio Semitecolo già castellano in Cerigo, Marino calzolaio (sutor) da Venezia, Rinuccio Butiglario di Accone, Giovanni de Bena, Marino Calegario e Benvenuto da S. Angelo tutti e tre da Venezia e servitori nel castello di Cerigo, di Giovanni barbiere e dei seguenti uomini di Cerigo : Notara Stratigo, Michele Condo, Iani Bancari, Teodoro Castrizo, Emanuele Paterlogo, Giorgio Cheperiati e Paolo Polodondi, testimoni esaminati in detta isola relativamente al fatto della cattura del legno di Francesco Cama catalano con merci di sudditi del re di Maiorca (v. n. 165). Risulta dai costituti che 1’ equipaggio di quella nave esercitò in Cerigo piraterie, e provocò una giusta repressione delle violenze per parte degli abitanti (v. n. 173). 167. — 1329, Luglio. — c. 118 (124). — Esposizione fatta da Nicolò di Marsilio inviato veneto ai marchesi d’ Este, contenente molte querele relative ad infrazioni, per parte dei loro sudditi, dei trattati vigenti fra essi e Venezia. Questi lagni riguardano specialmente : il traffico del sale di Chioggia fatto in Rovigo dai ferraresi ; gl’ impedimenti posti al commercio dai veneziani in Cona ed altri luoghi del territorio di Ferrara ; l’importazione in quest’ ultimo di mercanzie da luoghi vietati, come Ravenna; i dazi prelevati sulle vendite al minuto fatte in Ferrara dai veneziani ; i dazi e pedaggi che si fanno pagare a quelli che vanno e vengono da Venezia per 1’ Adige e passano per Badia e Rovigo, come successe ultimamente al veneto Giovanni da Veglia reduce dal vicentino; gl’impedimenti posti dai gabellieri ferraresi alla navigazione nel Po ; le estorsioni ed avanie esercitate dagli ufficiali dei marchesi contro i sudditi di Venezia, e si citano lagni degli abitanti di Pa-pozze, e del priore di S. Daniele di Venezia, al quale Albertino dai Buoi, già podestà in Rovigo, fece bruciare nove case in Ceregnano, e Tolomeo de’ Constabili ricusa il pagamento degli affitti scaduti. L’inviato finisce: essere Venezia stanca di vane parole, volere risarciti i danni ed osservati i trattati, altrimenti provvederà da sè alla tutela dei propri diritti (v. n. 168). 168. — s. d., (1329, Luglio). — c. 118 (124) t.° — Rispondendo a quanto contiene il n. 167, Rinaldo ed Obizzo marchesi d’ Este e d’ Ancona scusano o giustificano ad una ad una le querele lor fatte ; dichiarano di voler osservare i trattati ; promettono a tal uopo rigorosi ordini ai loro uffiziali ; ed espongono i singoli provvedimenti presi per togliere ogni motivo di lagno in avvenire. Nel corso della presente sono nominati: Chioggia, Papozze, Volano, Goro, Rovigo e Ceregnano. 169. — (1329), ind. XII, Agosto 1. — c. 47 (53) t,° — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna concesso al cavaliere Pietro Nani da Marano di Vicenza. — Con bolla d’ oro.