322 COMMEMORIALI, LIBRO VI. 248. — 1361, ind. XIV, Maggio 18. — c. 107 (108) t.° — Princivalle de Alle-riis (v. n. 242) dichiara ad Amedeo de’ Buonguadagni (v. n. 247) d’ avere ricevuto dalla veneta Signoria, a titolo di prestito, 3000 ducati d’ oro, per pagare i debiti della Chiesa aquileiese, specialmente verso la Camera apostolica. Ne promette la restituzione cedendo, sino ad estinzione del debito ed interessi, i prodotti della grazia del vino che si esigeva in Grado, e della corrisponsione annua che pagava Venezia pei diritti dell’ Istria. Ciò fu ratificato dal procuratore del Capitolo d’ Aquileia v. n. 243). Fatto nell’ abitazione del priore dell’ ospizio di S. Marco in Venezia. — Testimoni : Gabrio de’ Goghi da Parma dottore di decreti dimorante a Venezia, Giovanni pievano di S. Leonardo e priore dell’ospizio suddetto,‘Pietro del fu Franceschino da Fosdinovo scrivano del fu Giovanni da Castelvenere. — Atti Damiano de' Zan-degiulii. 249. — 1361, ind. XIV, Maggio 28. — c. 112 (113). — Egidio vescovo di Vicenza affittò a Giovanni de’ Maggi giudice di Verona, procuratore di Cansi-gnorio e Paolo Alboino della Scala signori delle due città suddette, tutti i redditi del suo vescovato verso 1' annua corrisponsione, in Venezia, di 2000 ducati d’ oro e con buona malleveria, come da istromento rogato da Benedetto de’ Farisei da Parma e da Benassù del fu Benassù da Verona. Ora, ad istanza del de’Maggi, Pietro del fu Marco Giustiniani e Nicolò di Pietro Gradenigo stanno mallevadori solidalmente della esecuzione di detta affittanza da parte degli Scaligeri, a Federico da Cortona cav. e conte palatino e a Nicolò Bartolamei da Lucca procuratori del detto vescovo (procura in atti di Colomato del fu Pietro di Geri degli Apparizii di Arezzo notaio apostolico ed imperiale). Fatto in Venezia nelle stanze degli auditori, nel palazzo ducale. — Testimoni : Giannino Michele, Domenico Decho pievano di S. Eustachio, Giovanni de’ Talenti, Giovanni di Santo da Imola giurisperito, Monaco de’ Monachis notaio degli auditori e Nicolò de’ Maffei. — Atti Vandino notaio. Segue nota che, a richiesta dei due mallevadori, la Signoria, con decreto dei 3 Giugno, dichiarò di*tenerli indenni, obbligandosi a risarcirli d’ogni perdita che loro derivasse dall’ impegno contratto. 250. — (1361), Giugno 1. — c. Ili (112) t.° — Egidio vescovo di Sabina, le-' gato apostolico in Italia, al doge. Dichiara che il grano sequestrato dagli ufficiali veneti in Chioggia su barche di Andriolo Cari da Venezia e di Orlandino Macaroni da Rimini veniva portato, benché non accompagnato da sua licenza, da Pesaro a Bologna per le truppe papali, e chiede sia svincolato. Data in Ancona. 251. — (1361), Giugno 9. — c. 113 (114) t.° — Giovanni II Paleologo imperatore di Costantinopoli al doge Giovanni Delfino. Loda gli ambasciatori veneziani Francesco Bembo e Nicolò Giustiniani. In breve farà conoscere le sue intenzioni per mezzo di speciale inviato.