DOGE: FRANCESCO DANDOLO. Ì98. — 1330, ind. XIV, Novembre 4. —c. 65 (71) t.° — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna rilasciato al nobile Mercenario di Monteverde, per benemerenze. Dato nel palazzo ducale di Venezia. Segue nota che Giannino Zeno procuratore del suddetto (procura in atti Tomaso di Roberto di S. Giusto) prestò il relativo giuramento il 24 Febbraio 1330 (m. v,). 199. — 1330, ind. XIV, Novembre 23. — c. 110 (116) t.° — Annotazione come al n. 14 per Giovanni detto Campanella marinaio da Verona. 1330, Dicembre 7. — V. 1331, Febbraio 10. 200. — s. d., (1330). — c. 61 (67) t.° — Resoconto di depredazione (sic) fatta da Pietro de Mezzo, del denaro trattone e delle spese fatte con esso in Puglia (?). — Vi sono nominati: Fiorello Condulmero, le società dei Bardi e degli Acciainoli di Firenze, Marino Faliero già ambasciatore, e le città di Napoli e Barletta. 201. — s. d., (1330). — c. 62 (68). — Copia d’inventario di diverse somme di danaro ed oggetti appartenenti a certo Servadio, custoditi dal bailo veneto in Laiazzo. 202. — s. d., (1330). — c. 63 (69). — Elenco (in dialetto) di gravami e querele presentato al doge da Pietro Bragadino al suo ritorno da bailo in Armenia, il tutto relativo a maltrattamenti, avanie ed infrazioni dei trattati per parte di quella Corte a danno di veneziani. Vi sono nominate le città di Damasco e di Aden ; i veneziani Stefano Badoaro e Marco dalla Vallania. 203. — s. d., (1530). — c. 63 (69) t.° — Parere dato dal giureconsulto Riz-zardo Malombra, relativo alla legalità della procedura contro certo Nicoloso siciliano eh’ era andato pirateggiando a’ danni dei veneziani. Vi sono nominati Rodi e Corone, e Galeotto Saivago. 204- — s. d., (1330?). — c. 65 (71). — Al vescovo di Castello ed agli inquisitori all' eresia che chiedevano si facesse partire da Venezia il conte Giovanni di Cliiaromonte siciliano, il doge risponde protestando devozione alla fede cattolica, ma scusandosi di non poter aderire a tale richiesta per la necessità in cui si trovava Venezia di mantenersi in buoni rapporti colle potenze estere; e facendo osservare che la cacciata del Chiaromonte poteva nuocere alla sicurezza dei veneziani trafficanti in Francia, Germania e Sicilia. 205. — 1330, ind. XIV, Gennaio 5 (m. v.). — c. 106 (112) t.° — Annotazione eguale al n. 190 per Giovanni di Bernerio pellicciaio da Reggio.