E all’infiammata lava il varco fende Coll'orrido muggito. E qual compatto Globo di fumo quelle bocche investe? Non cessa mai di fuoco ampio torrente L’ignee ruote incalzar. Forse sublime Per la violenza sino al del n’ andrebbe Fuor dell’ambito suo;-ma il del respinge Quell’empito maligno, e negli abissi Ricade in minutissime scintille. Sparso e diviso un chiarore funesto Nell’inferno diffonde assai più grave Dell« tenebre ¡stesse. A questo lume (Orrido lume) io scorgo entro il profondo Dei dannati le pene e i strazi fieri. Angel beato, che con man celeste Me sopra il spaventoso e ardente pozzo Reggi sospeso, deh! sostienmi: ¡0 sento L’alma mia vacillar; mi manca il cuore, Tutti di freddo ghiaccio ho i sensi aspersi. Menti-' io nell- alte e venerande cose Tutto era assorto, strepito improviso Dall’ ima parte di quel tempio sagro Dal freddo estasi mio svegliommi e scosse. L’ eternitade al guardo mio si cela ; Altro non s’offre alle pupille erranti, Che delle tombe il pallido recinto. Cadeva il giorno, e i vigili custodi Chiuder volean quelle sagrate soglie. N’ esco qual uom, che a sanguinosa e fiera