7(5 COMMEMORIALI, LIBRO III. quello che Azzzone doveva al comune di Venezia per le spese della lega contro gii Scaligeri, e per prestito fattogli onde pagare i soldati di Carlo di Boemia, il Visconti, trattone lo stipendio dovuto dai veneziani a Luchino suo zio come capitano della lega stessa (v. n. 431), fu trovato debitore di 2434 fiorini, allo sborso dei quali chiede dilazione. Data a Milano (v. n. 458). 436. — 1339, ind. VII, Maggio 19. — c. 149 (155). — Ducale al comune di Cremona. Il doge ratifica- la convenzione conclusa il’ 5 Maggio fra esso comune e Marco da Molino rappresentante il governo veneto (rogata dal notaio Francesco de Milio), relativa ai dazi che dovevano pagare i veneziani nel cremonese. Data nel palazzo ducale di Venezia. — Atti Giovanni Vacondio notaio imperiale e scrivano ducaie. Segue nota che simile ratifica fu rimessa ai comuni di Brescia, Bergamo, Como e Lodi. 437. — 1339, ind. VII, Giugno 1. — c. 146 (152) t.° — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna, con godimento delle prerogative dei nobili, concesso ad Alberto e Mastino della Scala signori di Verona ed a’ loro figli ed eredi. — Con bolla d’ oro. Dato nel palazzo ducale di Venezia. 438. — 1339, ind. VII, Giugno 1. — c. 146 (152) t.° — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna accordato al marchese Spinetta Malaspina di S. Benedetto, a’ suoi figli ed eredi. — Con bolla d’ oro. Dato come il n. 437. 439. — 1339, Giugno 18. — c. 149 (155). — Annotazione come al n. 402 per Giovanni di Senesio scodellalo da Mantova. 440. — 1339, ind. VII, Giugno 18. — c. 150 (156) t.° — Tre annotazioni: che fu concesso privilegio di cittadinanza per dimora di 25 anni a Rizzardo del fu Albertino de’ Bocchi da Cremona navigante, e a Iacopo Pettenario sarzento dal trevigiano; e per dimora di 15 anni a Giovanni di Guido Puzilenti dall’ oro, toscano. 441. — (1339), Giugno 23. — c. 150 (156) t.° — Annotazione come al n. 14 per Gerardo Paradiso carpentiere (,'marangono) figlio di Iacopo da Padova. 442. — 1339, ind. VII, Luglio 20. — c. 160 (166). — Francesco Delfino procuratore del doge e del comune di Venezia (procura in atti di Ponzino Zaneboni da Cremona), presentatosi a Lorenzo Sassuoli, Fuccio di Maestro, Bindo di Oddone Al-toviti, Guglielmo Nicoli, Barone Cappelli e Zatto Passavanti priori delle arti, e a Consiglio di Ugone gonfaloniere di giustizia di Firenze, ed esposto come pei precorsi trattati il comune fiorentino sia debitore a quello di Venezia di ducati d’ oro 31719,