ÌOO Commemori ali, libro ih. 566. — 1312, ind. X, Gennaio 15. — c. 203 (210) t.° — Angelo Veniero padrone d’ una delle galee di Trebisonda, avendo caricato in Vadi (Batum ?) 19 colli di spezierie destinate a Giriforte Lercari a Costantinopoli, non potè consegnarli al destinatario e li portò a Venezia, ove quella merce per ordine della Signoria fu venduta • all’incanto per rimetterne il ricavato al proprietario o al suo rappresentante. Ora si dichiara che Marino Michele (v. n. 558) approva quanto sopra, confessa di aver ricevuto il prezzo delle spezierie per conto del Lercari, ed assolve in nome di questo il comune di Venezia da ogni ulteriore responsabilità (v. n. 561). Fatto nella cancelleria del palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Pietro Civrano, Ermolao Zane, Lisio Vitale e Marco Moro consiglieri, Giovanni Contarmi e Nicolò Pistorino. — Atti Raffaino de’ Caresini. Altro brano di questo documento sta a c. 207 (215). 567. — 1342, ind. X, Marzo 28. — c. 208 (215) t.° — Mastino della Scala signore di Verona e Vicenza, figlio di Alboino, dà facoltà a Zenobio de’ Cipriani giudice di revocare davanti al Capitolo di Verona 1’ appellazione riferita nell’ allegato al n. 568. Fatto in Verona nel palazzo dei signori della Scala. — Testimoni: Francesco del fu Guglielmo Revilacqua, Pietro del fu Giovanni de’ Pepoli e Riguccio Pegolotti abitanti a Verona. — Atti Tebaldo del fu mastro Daniele da S. Andrea notaio imperiale a Verona. 568. — 1342, ind. X, Marzo 29. — c. 209 (216). — Zenobio del fu Scolare de’ Cipriani procuratore di Mastino della Scala (v. n. 567), presentatosi a Guglielmo del fu Iolfino vicario generale della Chiesa veronese in sede vacante, a Mario da Civitavecchia e a Bonino da Cremona canonici di quella cattedrale, a frate Francesco dall’ Oricalco lettore dei predicatori e a fra’ Iacopo degli eremitani, e a Nicolò di Freganesco rappresentante il doge di Venezia, revoca 1’ appellazione riferita nel-1’ allegato. I detti ecclesiastici, accettando tale dichiarazione, annullano quell’ atto e tutti gli altri relativi. Fatto nella casa del detto vicario in Verona. — Testimoni: Guglielmo da Bologna frate predicatore, Gumberlo frate eremitano, Gerardo da Parma e Guglielmo da Reggio ambi cappellani nella cattedrale di Verona. — Atti Gocio del fu Perfi-liasio da Verona notaio. Allegato: s. d., (1341 fine, o 1342 principio). — Libello d’ appellazione presentato da Zenobio de’ Cipriani procuratore di Mastino della Scala alle autorità ecclesiastiche di Verona sunnominate, contro una sentenza pronunciata il 5 Dicembre 1340 da Bertuccio da Canale, Nicolò Sanuto e Pietro Badoaro giudici di petizione di Venezia, ed approvata dal Senato veneto il 5 Marzo successivo, in lite vertente fra Mastino suddetto e Nicolò Caravello, Marino Natale, Nicolò Trevisano, Marco Querini e Marco Michele, ufficiali al frumento di Venezia, relativa a pretese sopra un deposito di 1000 lire fatto presso i detti ufficiali dal defunto cavaliere Pietro Nani di Marano, che aveva testato a favore dello Scaligero. Il Cipriani dichiara d’essersi già appellato a Benedetto XII papa; ma non aver voluto i detti giudici