DOGE: ANDREA DANDOLO. 217 buno Memmo e Vitale Michele. Si conchiude che i preti suddetti, dipendenti dal primicerio, si debbono ritenere per cappellani del doge e soggetti alla di lui persona, e che possono usare soltanto quel titolo. 18. — 1353, Settembre 9. — c. 3 (1) t.° — Lodovico marchese di Brandeburgo e di Lusazia, arcicamerlengo del S. R. Impero, conte palatino del Reno, duca di Baviera e Carintia, conte del Tirolo e di Gorizia, avvocato delle chiese di Trento, Bressanone ed Aquileia, al doge e al comune di Venezia. Revoca il salvocondotto già da lui concesso ai veneziani nei propri stati per esserne spirato il tempo, restando però in vigore ancora per tre mesi. Data a Monaco. 19. — 1353, Settembre 13. — c. 24 (22) t.° — Pietro IV re d’ Aragona, dichiara a Zaccaria Contarini ambasciatore veneto di aver ricevuto 13,333 Vs ducati d’ oro a conto dei 18,000 che Fontanerio patriarca di Grado e Francesco Buono pievano di S. Maria di Murano gli avevano trasmesso da Avignone in nome del comune di Venezia (v. n. 13), e per il pagamento di dieci galee armate contro i genovesi oltre le 40 già pattuite. Il detto danaro fu dal Contarini esborsato: ad Arnaldo de Valeriola banchiere a Valenza fiorini 10,133 l/3, fiorini 3000 a Iacopo Donati banchiere colà, ed altri fiorini 200 l/3 furono dati a Bernardo Riba regio portario. Fatto in Valenza. — Testimoni: Ugo vescovo di Valenza regio cancelliere, Arnaldo di Giovanni dottor di leggi, Iasperto de Tregneano promotore regio, Berengario de’ Codinachi mastro razionale, Iacopo de Faro giurisperito, consiglieri del re, Pietro de Marginibus sotto tesoriere regio. — Atti Ferrario de Maguerola. 20. — (1353), Settembre 29. — c. 7 (5) t.° — Bolla piccola di papa Innocenzo VI al doge. Esprimendo il suo dispiacere per la guerra fra Genova, Venezia e il re d’ Aragona, spera che le vittorie dei veneto-aragonesi li avranno indotti a desiderare la pace. Mostra i danni di quelle lotte, che distolgono i fedeli dal frenare i turchi in Oriente. Invita alla pace e chiede gli si mandino perciò ambasciatori pel prossimo S. Andrea onde trattarne coi messi degli altri belligeranti. Accredita il patriarca di Grado Fortanerio incaricato di negoziare la cosa (v. n. 24). Dato a Villeneuve les Avignons, a. 1 del pont. (Ili bai. Od.). 21. — (1353), Novembre 3. — c. 14 (12) t.° — Bolla piccola d’Innocenzo VI papa al doge. Per la negligenza di opportuni provvedimenti e custodia, la conservazione di Smirne è in pericolo. Prega il doge a pensarvi, e lo invita ad anticipare il pagamento dei 3000 fiorini d’ oro a cui era tenuto pel trattato stipulato colla S. Sede, con Ugo re di Cipro e colla religione di Rodi. Provvederà che altrettanto facciano gli altri collegati (v. n. 23). Data in Avignone, a. 1 del pont. (Ili non. Nov.). 22. — 1353, Novembre 13. — c. 25 (23). — Pietro IV re d' Aragona al doge. COMMEMORI ALI, TOMO II. 28