DOGE: GIOVANNI DELFINO. 295 di Giacinta Albesa sopra suo figlio Guglielmo, il testamento di Bartolameo Albesa, e la procura di Giovanni de Liaga mancipio dello stesso a Pietro Albesa. Fatto, atti e testimoni come al n. 97 (v. n. 47). 97. — 1359, ind. XII, Gennaio 21. — c. 30. — Avendo, il 10 Dicembre 1358, Pietro de Termini di Maiorca, — per sè e qual procuratore dei suoi concittadini : Giacinta vedova e Guglielmo figlio di Bartolameo Albesa, Benenato Maisineti, Berengario e Guglielmo Surerii (o Sunierii), Pietro, Giovanni e Antonio Lungani, Guglielmo Reig, Berengario Gassoni, Antonio Arquimbau, Simone de’ Canali, Guglielmo Vaque, e Pietro Albesa procuratore di Giovanni de Liaga — presentato al doge la lettera n. 63 (che si riporta per intiero) chiedendone 1’ esecuzione, altra copia della qual lettera fu pur presentata da Michele di Priore cursore del re d’ Aragona, la Signoria delegò il giudizio dell’ affare a Francesco Loredano, Orio Pasqualigo e Lorenzo Celsi, e nominò procuratore del comune di Venezia Baffaino de’ Caresini. Questi, dopo molti negoziati, stipulò col Termini : la costui rinunzia ad ogni pretesa contro Venezia per sè e pe’ suoi mandanti, verso il pagamento di 5000 ducati d’ oro, che dichiara d’ aver ricevuto, con promessa di osservare un tal obbligo sotto pena di 2000 ducati (v. n. 116). Fatto nella sala inferiore del palazzo ducale di Venezia presso la Curia del proprio. — Testimoni : Francesco Cocco, Desiderato Lucio notaio ducale e Bartolameo del fu Tomaso da Sacile notaio degli avogadori di comune. — Atti Andrea del fu Giovanni di Oltedo di Cremona notaio imperiale e scrivano ducale. 98. — (1359), ind. XII, Gennaio 27. — c. 37 t.° — Il principe d’ Acaia e Taranto al doge. Venezia non fece mai ragione alle replicate istanze da lui fatte perchè Lorenzo Celsi fosse costretto a pagare quanto deve a Franco di Cariofilio cavaliere, consigliere d’ esso principe e protentino di Bari. Voglia il doge, in grazia del buon trattamento usato verso i veneziani nelle terre del principe, render giustizia al creditore. Partecipa d’ aver pattuito col console veneto in Napoli che, scorsi 4 mesi inutilmente, si darebbero al creditore lettere di marco. Data a Napoli. 99. — (1359), Gennaio 29. — c. 13. — Due annotazioni come al n. 79 per Baldello del fu Maffuccio da Gubbio e per Bettino de Gavas, detto da Reggio, di Cremona. 100. — (1359), Febbraio 4. — c. 59 t.° — Salvocondotto rilasciato da Carlo IV imperatore dei romani, ad istanza del doge, a favore di Paolo Loredano e Andrea Contarmi procuratori di S. Marco, e di Lorenzo Celsi spediti ambasciatori a quel sovrano (v. n. 94). Dato a Batisbona, anno 13 dei regni, IV dell’ impero. 101. — 1359, ind. XII, Febbraio 12. — c. 46. — Ulrico di Reiffemberg dà a Stefano del fu Benvenuto di Reiffenberg e a Leonardo di Angelo Vraxii di Duino