DOGE! ANDREA DANDOLO. 191 1351, Maggio 18. — V. 1351, Luglio 12. 378. — 1351, ind. IV, Maggio 26. — c. 183 (188) t.° — Nicolò patriarca di Aquileia dà facoltà a Iacopo Malapresa detto Matocla da Lucca maestro della curia patriarcale, e a Giovanni da Lisono da Milano segretario, di esigere dal comune di Venezia 675 marche di denari nuovi aquileiesi dovutigli pei diritti dell’ Istria, Pola, Dignano e Valle per 1’ anno spirato nello scorso Marzo. Data nel palazzo patriarcale (v. n. 377 e 379). 379. — 1351, ind. IV, Maggio 26. — c. 183 (188) t.° — Il patriarca d’Aquileia autorizza i nominati nella precedente ad esigere dal comune di Venezia quanto fu riscosso in Grado pel vino che dall’ Istria passò in Friuli, dal tempo della morte del patriarca Bertrando, ed a rivedere i conti di quell’ esazione (v. n. 371 e 380). Data nel palazzo patriarcale di Udine. 380. — 1351, ind. IV, Maggio 27. — c. 184 (189). — Ottolino da Bergamo vice decano e il capitolo d’Aquileia scrivono alla Signoria veneta ratificando la procura riferita al n. 378. Data nella cattedrale d’ Aquileia. 381. — s. d., (1351, Maggio 28 *). — c. 187 (192). — Istruzione data dal re d’ Aragona ad Alberto de Gatello della regia casa e a Bertrando de Pinos regio scrivano, suoi inviati a Venezia. Chiedano la ratificazione del trattato riferito al n. 368; che Venezia tenga presso il re un plenipotenziario stabile per provvedere alle occorrenze della lega ; che tenga pure una somma disponibile in Avignone pel caso fosse necessario aumentare le forze comuni. Si discutono due modi di debellare i genovesi, le relative probabilità ed i provvedimenti da prendersi. Scusino il re se non ebbe pronta la flotta pel tempo stabilito per deficienza d’ operai, e per essere stato riconosciuto dallo stesso inviato veneto insufficiente il numero di galee pattuito, per cui fu convenuto di portarlo a 24, per le quali Venezia non pagò ancora la sua quota. Partecipino sapere il re che i genovesi usciranno in Giugno con 30 galee. Si discutono le nuove eventualità conseguenti e i modi di combattere. Procurino su tutto ciò sollecite deliberazioni (v. n. 385 e 389). (*) Sotto questa data è riferito nel Memorial histohico citato, voi. II, pag. 287, il documento fatto nel palazzo regio in Barcellona, coi testimoni Bernardo de Gapraria, Lupo de Gurrea, Bernardo de Ulsinelli, e Berengario de Codinachs. 382. — 1351, Giugno 5. — c. 205 (210). — Pietro IV re d’ Aragona dà facoltà a Michele vescovo di Barcellona di esigere dal rappresentante il comune di Venezia in Avignone le somme pattuite nel trattato n. 368 fino a 16,000 fiorini di oro di Firenze, e di rilasciarne parziale o totale ricevuta. Fatta a Barcellona. — Testimoni: Bernardo de Capreria e Rodicio Sibaci vicecancelliere regio. — Atti Ferario de Maguerola regio notaio (v. n. 393).