DOGE: FRANCESCO DANDOLO. 57 convocato votata la riforma degli statuti relativi ai giudici del mobile di detta città ed ai rapporti della stessa con Pago ; il tutto giusta gli ordini ducali. Data a Zara. V. Liobió, op. cit., I, 434. 337. 1334, ind. II, Novembre 19. — c. 137 (143) t.° — Misure consigliate dai provveditori di comune per togliere i danni provenienti allo Stato dalle difettose leggi sulla lavorazione del rame nell’ officina del getto di quel metallo in Venezia. Vi si nomina il rame di Ragusi. V. Liubió, op. cit., I, 435. 338. — (1334), Novembre 26. — c. 108 (114). — Annotazione simile al n. 281 per Matteo e Vincenzo figli di Vincenzo fustagnaio da Cremona. 339. — 1334, ind. Ili, Dicembre 30. — c. 98 (104) t.° — Annotazione che fu concesso privilegio eguale al n. 322 a Guido de Ibelin siniscalco del regno di Cipro. Segue altra nota del relativo giuramento prestato il 4 Gennaio 1335 da Donato Grioni procuratore del suddetto. 340. — 1334, ind. Ili, Dicembre. — c. 117 (123). — Risposta data dai signori di Verona a Fresco Querini e Marco Giustiniani inviati veneti. Sottoporranno volentieri al giudizio di arbitri la questione delle decime che si pretendevano indebitamente trattenute nel padovano da Ubertino da Carrara ai veneziani, e per le quali questi ultimi erano molestati dagli ufficiali degli Scaligeri. Volendo osservare i trattati, sono pur contenti che amici comuni giudichino delle querele fatte in argomento dai veneziani contro i detti uffiziali. Promettono che saranno tolte le cause di discordia. 341. — s. d., (1334). — c. 100 (106). — Risposta di Filippo re di Francia a Giovanni Gradenigo (il cui collega Andrea Basilio (Baseggio) era morto in Avignone) ambasciatore veneto. Circa all’ alleanza contro i turchi, si rimette a quanto fu stabilito nella corte pontificia (v. n. 321) ; prolunga di un mese la durata di quella campagna purché vi acconsentano gli alleati; altrettanto farà pel secondo anno purché il papa aderisca per parte sua ; accorda ai veneziani l’esportazione di tele dalla Francia per le vie di Sciampagna e di Borgogna, mentre prima non potevano estrarne che dal porto di Aiguesmortes ; ricusa di abolire a favore degli stessi il dazio di s. 4 per lira sulle tele; circa le galee e navi per l’impresa di Terrasanta, il Gradenigo s’intenderà col duca di Borbone ; riguardo alla detta impresa, acconsente a sospendere le trattative per aspettare il successore del defunto Basilio (v. n. 311 e 342). 342. — s. d„ (1334?). — c. 101 (107). — Risposta del doge a Bertrando arcivescovo d’ Embrun nunzio pontificio. Crede che a battere i turchi e rintuzzarne le offese sieno sufficienti 50 usserii, ognuno con 120 rematori e 20 cavalieri armati, e COMMEMORI ALI, TOMO II.