DOGE: GIOVANNI SORANZO. 25 imperiale in \erona, Padova e Vicenza, accredita presso il doge Giovanni Soranzo e il comune di Venezia Pietro de’ Gizii (o Gicii), specialmente per 1' affare di Barto-lameo Bettoni. Data a Verona (v. n. 146). 146. — s. d., (1328, Novembre 3). — c. 35 (41). — Commissione data da Can-grande della Scala a Pietro de’ Gizii (v. n. 145). Avendo Bartolameo Bettoni presentato ad esso Cangrande soddisfacente resoconto della gestione dei beni publici di Padova da lui tenuta dal tempo che ne partirono i tedeschi (ed in cui vi fu creato capitano Marsilio da Carrara), acconsente che Venezia liberi il Bettoni dalla malleveria prestatale per quell’ amministrazione. Segue nota che il 9 Novembre fu cancellata dal publico registro delle guarentigie la detta malleveria. 147. — 1328, ind. XI, Novembre 14. — c. 40 (46) t.° — Enrico re di Boemia e Polonia, duca di Carintia, conte di Gorizia e del Tirolo, avvocato delle chiese di Aquileia, Bressanone e Trento, decreta a nome del suo pupillo Giovanni Enrico conte di Gorizia, di volere che la strada fra Venzone e Latisana sia sicura e libera ai mercanti ; che sieno guarentiti a questi i beni e le merci ; e deputa all’ esecuzione il capitano di Gorizia Ugo di Duino. Data a Venzone. 148. — 1328, (Novembre 29). — c. 51 (57). — I consoli della città di Augus'ta fanno sapere a tutti, che, comparso davanti a quel consiglio il veneziano Corrado Ongaro procuratore di Benedetto Pagano, Marco della Dina, Leonardo suo figlio, Andrea Morosini e Nicolò Signolo (Singulo), a chiedere il pagamento di vari crediti dei medesimi verso il defunto Giovanni mercante di quella città, fu assegnato il soddisfacimento di quelli provati sulla sostanza del morto, e riservata l’estinzione degli asserti soltanto dopo la loro constatazione in Venezia. Data in Augusta (nella vigilia di S. Andrea apostolo) (v. n. 132). 149. _ 1328, ind. XII, Novembre 29. — c. 110 (116) t.° — Annotazione come al n. 14 per Manfredo correggiaio da Bologna. 150. — s. d., (1328). — c. 32 (38) t.° — Consulto del giurisperito Rizzardo Malombra, col quale conclude non doversi comprendere i passaggi d’immobili situati nel Ferrarese, fra veneziani, nel divieto, fatto ai medesimi in un articolo di trattato, di acquistare stabili in quel territorio senza il consenso della S. Sede (v. n. 197). 151. — 1328, ind. XII. — c. 39 (45). — Risposta data da Videnno viceconte de Crilino vicario di Bartolameo (F’rangipane) conte di Veglia e capitano di Mug-gia all’inviato veneto Marco Morosini, relativamente a quanto contiene il n. 144. Ribatte ad una ad una le argomentazioni addotte da Pagano patriarca d Aquileia COMMEMORI ALI, TOMO II. ' {