DOGE: ANDREA DANDOLO. 145 Nelìpcìo conte di Knin, Costantino di lui nipote, in onta al trattato n. 69, si diede a infestare il territorio di Sebenico e costrusse un nuovo castello presso F antico demolito. Dietro reclami di Giovanni Morosini, conte in quest’ ultima èittà, Venezia inviò il notaio ducale Marco Zane a Vellisclava vedova ed a Giovanni figlio di Ne-lipcio, perchè fosse osservato il trattato. In seguito a ciò, la predetta signora, venuta a Sebenico, si obbliga anche a nome del figlio a far distruggere il mentovato castello, a provvedere alla sicurezza delle strade e del commercio, e all’ adempimento intiero del trattato, rimettendo al giudizio della Signoria il determinare il compenso pei danni dati da Costantino. Fatto in Sebenico, in casa di Disino detto Caloda. — Testimoni: Radosclavo Sclavicich di Badagno, Michele de Stagno da Zara, mastro Matteo del fu Simone da Perugia, Alberto del fu Gerardo da Padova notaio. — Atti Marco Zane di Bernardo notaio imperiale e scrivano ducale (v. n. 155). V. Liubió, op. cit., II, 237. Moti. Eung. hist. a. e., II, 64. 155. — 1345, ind. XIII, Marzo 23. — c. 79 (76-83) t.° — Recatisi Marco Zane di Bernardo, rappresentante la veneta Signoria, e Agnello d’ Amico de Italiis, pel conte di Sebenico, a Knin a chiedere a quel conte Giovanni la sua adesione al n. 154, quest’ ultimo ratifica le promesse della madre, riservandosi a trattare con Gregorio conte di Corbavia e col conte di Sebenico circa la demolizione del castello ed il compenso dei danni, e promettendo di stare al giudizio di Venezia se essi tre non potessero accordarsi. Fatto nella sala del palazzo comitale di Knin. — Testimoni : Lorenzo de Zindic di Spalato, Giovanni figlio di Martino fratello del conte Divemoi (o Dumnoi) Obrade figlio di Milita Manch, Prandino Pisano detto Nesimo. — Atti come il n. 154. V. Liubió, op. cit., II, 239. Moti. Hnng. hist. a. e., II, 67. 156. — 1345, ind. XIII, Marzo 31. — c. 80 (77-84) t.° — Bertrando patriarca d’ Aquileia nomina suo procuratore Giovanni da Lisono, onde esiga dalla veneta Signoria le somme da questa dovute pei diritti dell’ Istria, e venga ad accordi circa gli importi trattenuti come al n. 159 (v. n. 157). Fatto nella capella del palazzo patriarcale di Udine. — Testimoni: Bertrando di Vallegrande canonico di Cividale, Giovanni Lucio canonico di Udine, Gregorio da Cividale pievano di Caneva, Giovanni di Assisi, tutti cappellani patriarcali. Atti Paolo del fu mastro Giovanni da Modena scrivano patriarcale. 157. — 1345, ind. XII, Aprile 1. — c. 80 (77-84) t.° — Guglielmo decano e il capitolo d’Aquileia ratificano il sindicato n. 156, promettendo di approvare quanto farà il procuratore in esso nominato. Data in Aquileia. 158. — 1345, ind. XIII, Aprile 1. — c. 81 (78-85). — Il consiglio del comune di Ancona, convocato dal capitano Paolo da Terni, crea rappresentanti del comune stesso i nobili Grimaldo di Bonfiglio, Marcono di Jacopo e Zane di Pietro detto Ma- 19 COMMEMORI ALI, TOMO II.