30 COMMEMORIALI, LIBRO III. 206. — 1331, Febbraio 5. — c. 80 (80) t.° — Lettera (in dialetto) di Ruggero Morosini a Negro Cocco in Venezia. È lungo resoconto di affari commerciali con notizie relative che il primo invia al secondo, il quale gli aveva affidato i propri interessi. Vi sono nominati : Costantinopoli, Famagosta, la Turchia, Maiorca e Alessandria d’ Egitto ; Giovanni Cornare, Andrea Dandolo, Micali Gallina, Giovanni Michele, Costanzo Beto ed Antonio Rosso tutti di Candia, Francesco Darmario, Andrea e Francesco Cocco, Marco Alberti padrone di nave, Leonardo Morosini, Bartolameo de Grazia, Pangrazio Giustiniani, e Giovanni Viaro. Data in Candia (v. n. 279). 207. — 1331, ind. XIV, Febbraio 10. — c. 05 (71) t.° — Annotazione. Avendo, il 7 Dicembre 13'!0, Enrico dg Monaco e Leopardo da Ransburg (Ratisbona?) denunciato al doge che presso Pusiano (?) nel Trivigiano tre sudditi di Rizzardo e Gerardo da Camino avevano rapito loro diverse merci, verificata la cosa, furono restituite al primo le mercanzie perdute, che si descrivono. — In quanto al secondo, constatata sui registri del fondaco dei tedeschi la sua perdita di 43 libbre di seta chiara, il governo ordinò ai da Camino di pagargliela a lire 4 dì grossi la libbra. La restituzione ed il pagamento furono fatti, alla data qui sopra, dal notaio ducale Giovanni Vacondio, presenti Donato Cuffo e Giannettino Cultrario interprete. 208. — 1330, Febbraio 18 (m. v. ?). — c. G5 (71). — Annotazione della consegna fatta da Piétro Zeno, ritornato da capitano in Golfo, al doge, d’un’ ampolla contenente latte della B. Vergine, già appartenente a Tomaso Lomellino genovese imbarcato sulla galea di Manuele Grimaldi presa dai veneziani. Vi si narra come 1’ ampolla venne in mano allo Zeno. Segue nota che il doge rimise il sacro oggetto ai procuratori di S. Marco (v. n. 215). V. Fl. Corn’elii, Ecclesiae vcnetae, voi. X, 277, in data 1350. 209. — 1331, ind. XIV, Febbraio 23. — c. G7 (73). — Convenzione concliiusa fra Roberto re di Napoli e Marco Giustiniani console veneto in Puglia rappresentante il doge ed il comune di Venezia (v. allegato), nella quale si pattuisce che : valutati i danni recati da Barbavara e soci pirati genovesi a 10,000 fiorini d’ oro, questi dovranno esser pagati dal comune di Genova coll’ immediato esborso della somma già raccolta a tal uopo ; e l’eventuale saldo rimanente entro 6 mesi dal venturo 1 Settembre, facendosi il re mallevadore per ogni deficienza o mora coi beni del detto comune, e col prodotto delle gabelle di Puglia. I danni poi recati ai veneziani da provenzali e liquidati in 4000 fiorini, si compenseranno sborsandone subito la metà col ricavato delle imposte che i veneziani pagano in Puglia, il resto entro quattro mesi. Fatta nel Castelnuovo di Napoli. — Testimoni : Ademaro Romano di Scalea regio vice ammiraglio, Giovanni Grillo da Salerno regio vice protonotario e cavaliere, Ingeranno arcivescovo di Capua cancelliere del regno, Orso arcivescovo di Salerno, Giovanni di S. Germano giudice del regno, Giovanni di Landò da Capua