DOGE: GIOVANNI DELFINO. 255 Data a Perpignano. — Nel documento sono nominati : Alborano de Falca (o Falta) r. mastro razionale e Bertrando de Pinos. Allegato C: 1356, Luglio 16. — Lettera (in spagnuolo) con cui B. Dulcinelles tesoriere del re d’Aragona, in seguito all’ assegno allegato B, ne dà notizia al doge, pregandolo d’ uniformarsi a tale disposizione col far pagare in Avignone le singole rate alla scadenza, e prescrivendo i modi da tenersi nell’ estendere i relativi documenti (v. n. 197). Data a Perpignano. 197- — 1356, ind. IX, Dicembre 24. — c. 104 (103) t.° — Essendo il comune di Venezia obbligato a pagare in Avignone 23,000 fiorini d’oro al re d’ Aragona nel Natale corrente, Napoleone de’ Pontiroli procuratore del primo dichiara al sottoscritto notaio: essere già stati pagati su tal somma 1500 fiorini a Tallairando di Périgord cardinale; 500 agli eredi del cardinale di Porto (v. n. 196), e 19,200, per accordo con procuratori regi, alla Camera apostolica (v. n. 192) ; restare ancora fiorini 1800, ma non trovarsi alcun legittimo procuratore del re in Avignone. Costituitosi quindi il Pontiroli davanti a Bernardo de Thous cavaliere e Michele vescovo di Barcellona, ambasciatori d’esso re al papa, protesta d’esser pronto a tale esborso quando vi sia chi possa fargliene quitanza; voler però salva Venezia da ogni conseguenza di ritardato pagamento ; depositare intanto il danaro presso il vescovo predetto (u. n. 199). Fatto in Avignone, nell’ abitazione del vescovo mentovato. — Testimoni : Romeo de Podio di Barcellona, Simone da Modena e Pietro da Praga, ambi notai. — Atti Pietro del fu Bolognese giùdice di Barga da Lucca notaio imperiale e regio in in Francia (v. n. 203). 198. — 1356, Dicembre 25, — c. 91 (90) t.° — Luigi re e Giovanna regina di Napoli al doge. Si lagnano che 1’ affare di Pandono Sarcai non siasi ancora potuto accomodare, e vedendo riuscite a vuoto le pratiche di tanti loro commissari, l’ultimo dei quali fu Giovanni de Cantono, si decisero a lasciar partire per Venezia il Sarcai stesso, nonostante che la sua presenza sia loro utilissima. Chiedono che sia accolto amichevolmente e coadiuvato ad ottenere con tutta sollecitudine il suo scopo (v. n. 168 e 209). Data a Messina. 199. — 1356, ind. X, Dicembre 30. — c. 102 (101). — Bernardo Cavalieri!, in forza della procura riferita nell’ allegato A del n. 204, cede a Folco Perer collettore apostolico nelle provincie Tarragona e Saragozza e alla Camera papale di Avignone i diritti del re suo mandante sopra il credito di 5000 fiorini d’oro, parte d’altro che il-re stesso vantava verso Venezia, in compenso di pari somma pagatagli dal collettore predetto in nome della mentovata Camera, che doveva venirne rimborsata in Romagna dai veneziani (v. n. 197). Fatto in Valenza (HIhai fon.). — Testimoni: Francesco Luppeti prete della