ÖOGE: ANDREA DANDOLO. 185 altrimenti non possa riscuotere che la parte a lui spettante, e il resto rimanga presso gli ufficiali alle decime a disposizione del clero. Per le decime dal S. Pietro 1348 in avanti sono conservati al vescovo e al clero gli antichi diritti. Fatto a Villeneuve les Avignons. (v. n. 321 e 354). 354. — (1350), ind. Ili, Agosto 31. — c. 172 (177) t.° — Dispaccio al doge di Nicolò Pisani, Pancrazio Giorgio e Giovanni Steno ambasciatori veneti alla S. Sede. Accusano ricevimento di ducali per mezzo dei corrieri Giovanni di Brabante e Ver-cio Amoroso, e rispondono : fu concluso il trattato fra Venezia, Cipro e Rodi contro i Turchi e ne rimettono copia (v. n. 352). Esposero ai cardinali di Tulle, Clermont e Bologna le cause per cui Venezia declinava dall’ingerirsi nella custodia di Smirne, cosa che fece adirare in sulle prime il papa. Si lagnarono coi cardinali dei danni dati ai veneziani dai genovesi, mentre la questione fra i due comuni è trattata davanti al pontefice, il quale ne fu turbato e promise di adoperarsi per la cessazione di quelle offese. Colla mediazione dei cardinali di Clermont e d’Embrun conclusero col vescovo di Castello un accomodamento per l’affare delle decime, del quale pure inviano la copia (v. n. 353); ebbero a durar fatica per conseguirlo. Annunziano la morte del re di Francia e il loro ritorno a Venezia (v. n. 356). Data in Avignone. 355. — 1350, ind. IV, Settembre 3. — c. 172 (177). — Privilegio di cittadinanza per dimora di 25 anni a Michele Peregrino da Lucca. 1350, Settembre 10. — V. 1351, Gennaio 16. 356. — (1350), Settembre 11. — c. 175 (180). — Bolla piccola di papa Clemente VI al doge. Nicolò Pisani, Giovanni Steno e Pancrazio Giorgio, inviati veneti alla S. Sede per negoziare 1’ alleanza riferita al n. 352 ed un accordo coi genovesi, ritornano in patria ed esporranno a voce il loro operato. Voglia il doge ratificare l’alleanza stessa e contribuire la parte spettante a Venezia per la custodia di Smirne. Data in Avignone, anno 9 del pontificato (III id. Sept.J (v. n. 354 e 366). 357. — (1350), ind. IV, Ottobre 10. — c. 176 (181). — Il comune di Lucca chiede al doge la liberazione e restituzione delle cose tolte a ad Andreolo Schiavoni, detto dalla seta, lucchese, il quale fu nelle acque di Modone preso e spogliato come genovese dalla flotta veneta. Data a Lucca. 358. — (1350), Ottobre 16. — c. 176 (181). — Bolla piccola di Clemente VI papa al doge. Il defunto Bertrando patriarca d’ Aquileia deve ancora alla S. Sede 2550 fiorini d’ oro per le decime ordinate nel n. 100. Il doge è perciò invitato a pagare 1’ equivalente di tal somma all’ abate di S. Nicolò del Lido per la camera apostolica sull’ annua corrisponsione dei diritti dell’ Istria. L’ abate ha poteri per la quitanza (v. n. 371). Data in Avignone, anno 9 del pontificato (XVII hai. Nov.J. COMMEMORI ALI, TOMO II. ^4