DOGE: FRANCESCO DANDOLO. 47 271. — 1332, ind. I, Ottobre 14. — c. 107 (113). — Annotazione che Angelo fonticaio del bresciano ebbe il privilegio di cittadinanza per dimora di 15 anni (v. n. 6). 272. — 1332, Ottobre 17. — c. 77 (83) t.° — Dichiarazione presentata alla cancelleria ducale dal notaio dei giudici dell’ Esaminador, nella quale Biagio Zeno dice che trovandosi a Ragusi fu chiamato a comporre certa lite fra Pietro di Giovanni Marino Giorgio e Zugno Giorgio, relativa a certa zoia data in pegno per lire 12 di gr. al primo, con facoltà di venderla se non veniva ricuperata entro tre mesi, e restituire al secondo 1’ eccedente ricavato. Hm } 273. — 1232, ind. I, Ottobre 30. — c. 84 (94). — Patente ducale che riconosce a Gerardino di Pietro del Poggio da Brescia il diritto di cittadinanza veneta interna ed esterna acquisito già dal di lui avo Iacopo. Data a Venezia. 274. — 1332, ind. I, Novembre 14. — c. 107 (113). — Annotazione come al n. 271 per Bonaventura di Dino de’ Bichi. 275. — 1332, ind. I, Novembre 14. — c. Ili (117). — Annotazione come al n. 63 per Pietro Biancario del fu Ruono di Avondanzia da Lavene (Lavine?) nel trivigiano (bellunese ?). 276. — (1332), Novembre 15. —c. 107 (113). — Privilegio di cittadinanza rilasciato, per raccomandazione di Azzone Visconti, a Franzolo da Rho che aveva dimorato in Venezia colla famiglia per 14 anni, con grazia di uno (v. n. 6). 277. — 1332, Novembre 17. — c. Ili (117). — Annotazione come al n. 63 per Mantoli dalle rotelle del fu Benedetto da Verona. 278. — (1332), Novembre 20. — c. 107 (113). — Annotazione simile al n. 271 per Guglielmo orefice del fu Bartolameo de Zevello da Padova. 279. — 1332, ind. I, Novembre 26. — c. 83 (89). — Annotazione che a richiesta di Negro Cocco ed a tutela dei di lui diritti furon trascritte dagli originali le lettere riferite sotto i n. 206, 245, 267, 268 e 269. 280. — 1332, ind. I, Dicembre 15. — c. 83 (89) t.° — Biagio di Aquila nel regno di Napoli dichiara d’aver ricevuto da Nicolò Pistorino cancellier grande 39 ducati d’ oro accordatigli per grazia del comune di Venezia, in compenso di danni dati in Modone ad un suo legno. Questo era stato noleggiato da Giovanni Morosini castellano di Corone e Modone per portar dispacci a Venezia, ma poi rescisso il contratto e posta la nave in cantiere perchè inabile a veleggiare, fu ivi da malevoli incendiata in parte.