306 COMMEMORI A LI, LIBRO VI. di Venezia, impartendogli facoltà di stipulare quanto è contenuto nel n. 161 (v. n. 222). Fatto nella sala dei consigli del palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Be-nintendi de’ Ravignani cancellier grande, e i notai ducali Domenico Marona e Pietro del fu Iacopino. — Atti come al n. 161. 160. — 1359, ind. XIII, Dicembre 23 — 1360, Gennaio 7. — c. 74. — Processo instruito da Marco de Mare, Marco Moro e Matteo da Mosto giudici degli estraordinari, per ordine della Signoria, contro Marino, Carlo, Cristoforo e Giorgio figli di Nicolò Pisani, pei danni dati dalla flotta da questo comandata a Pietro Scrivani di Maiorca. — Il processo contiene : 1.°, 1’ atto d’ accusa ; 2.°, 1360, Gennaio 4, — il costituto di Carlo suddetto rappresentante gli accusati, nel quale è esposta la difesa ; 3.°, la citazione del querelante ; 4.°, 1360, Gennaio 7, — i costituti dei testimoni Nicolò Vitturi, Lorenzo Buono detto Zarabino, Tomaso Guido, Bartolameo Mangiamosto, Pietro Soranzo e Domenico Michele. — Nel processo sono inoltre nominati : Genova, Graziano Giorgio, comandante di galea veneta e Vittore banditore ducale (v. n. 40 e 184) Atti Bartolameo del fu Iacopo da Gallarate notaio imperiale e scrivano ducale. 161. — 1360 (1359), ind. XIII, Dicembre 26. — c. 71 t.° — Ambrogio della Torre, procuratore come al n. 158, dichiara al procuratore del doge (v. n. 159) che il patriarca d’ Aquileia ricevette, per conto della sua Chiesa, dal comune di Venezia 8000 ducati d’oro. Ne promette la restituzione in quattro eguali rate annue scadenti a Natale, obbligando i beni del patriarcato, da poter al caso essere appresi senza procedura e dovunque (v. n. 222). Fatto in Venezia nella corte della casa del priore testimonio. — Testimoni: Filippo de’ Migliorati e Giovanni de’ Monticulis (Montecchi) da Verona abitante a Udine, dottori di leggi, prete. Giovanni priore dell’ ospizio di S. Marco, Rinaldo Gon-duino canonico d’ Aquileia, Giovanni da Cividale domicellus del patriarca. — Atti Damiano del fu Andrea de’ Zandegiulii notaio imperiale e serivano ducale. 162. — 1360 (sic, 1359), ind. XIII, Dicembre 31. — c. 104 (105). — Micheletto veneziano procuratore del bailo di Negroponte, espone a voce e porge in iscritto a Bonifacio del fu Alfonso Fadrique una petizione chiedente, in forza del contratto n. 151, la consegna del castello di Caristo al bailo stesso eh’è pronto a riceverlo e sborsarne il prezzo, protestando altrimenti di voler salvi i diritti di Venezia e del bailo, ed incorso Bonifacio nelle pene stabilite. A tale protesta Bonifacio risponde negando la vendita. Fatto in Tebe nella sala maggiore del palazzo arcivescovile. — Testimoni : Guglielmo En-Fuster cavaliere, Nicolò Tomba di Negroponte, Iacopo de Pretono e Bernardo de Rotella, tutti abitanti a Tebe, Frangole detto Barbota da Lucca e Bartolameo da Lucca banditore del bailo, ambi di Negroponte. — Atti Giovanni degli