doge : Giovanni gradenigo. 243 ulterior pretesa dei danneggiati. Dell’ obbligo così contratto dal Caresini stanno mallevadori i veneziani Nicolò da Porto e Pietro da Vidore. I proprietari delle merci sono: Nicolò suddetto, Giovanni Dandolo, Stefano Trono, Pantaleone del fu Marco Barbo, Pietro Soranzo, Giovanni de Olivotto, Marco Marioni, Pietro Bolpino, Pietro Gisi, Iacobello Cocco, Andrea Barbarigo, Zanotto Contarmi, Giovanni Bugni, Pietro Sasso, Lorenzo Bragadino, Pantaleone del fu Francesco Barbo, Giannino da Vidore, Martino Scarpazo, e Francesco Cobello (v. n. 100). Fatto nella cancelleria del comune di Genova. — Testimoni : Tomaso di Gro-pello da Soncino vicario del luogotenente a Genova, Lorenzo Nicolini e Giovanni di Giannino da Pisa, Riccobono di Bozzolo e Lodisio di Montenegro ambi notai a Genova. — Atti Corrado de Credenza cancelliere del comune di Genova. Allegato : (1356), ind. IX, Febbraio 1. — Credenziale del doge che accredita presso il luogotenente pei signori di Milano in Genova e presso quel comune lo scrivano ducale Raifaino de’ Caresini, quale rappresentante il comune di Venezia. Data nel palazzo ducale di Venezia. 142. — 1355 (recte 1356), Marzo 7. — c. 65 (63) t.° — Pietro Martini procuratore come al n. 130 trasferisce i poteri conferitigli da quel documento, che si riporta allegato, a Bernardo di Vido (Guido) di Mompellieri (v. n. 165). Fatto in Mompellieri. — Testimoni : Reverendo (?) Iunini notaio, Pietro Boneti ambi di Mompellieri, Gerardo Generi e Armando Dolos ambi di Barcellona, Berengario Perelli di Avignone. — Atti Pietro di Bordone notaio a Mompellieri. 143. — (1356), ind. IX, Marzo 15. — c. 54 (52) t.° — Il podestà, il consiglio e il comune di Fano, rispondendo a lettere ducali, dichiarano che al tempo prescritto faranno presentare 1’ olio dovuto già da tre anni alla chiesa di S. Marco (v. n. 106). Data a Fano. 144. — 1356, ind. IX, Marzo 23. — c. 55 (53). — Sindicato con cui il doge coi suoi consigli creano procuratore del comune di Venezia Bartolameo del fu Fantino Orso scrivano ducale, per fare il pagamento riferito al n. 145, esigerne le necessarie quitanze e liberare dal loro obbligo i mallevadori nominati nel n. 76. Fatta nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Benintendi de’ Ravignani cancellier grande, Amedeo de’ Buonguadagni, Stefano Ciera e Bartolameo da Gallarate scrivani ducali. — Atti come al n. 76. 145. — 1356, ind. IX, Marzo 23. — c. 56 (54). — Antonio di Rolandino dei Maffei procuratore, come al n. 77, dichiara d’ aver ricevuto da Bartolameo Orso (v. n. 144) 5000 ducati d’ oro promessi a Cangrande della Scala come al n. 78 a saldo di debito dei signori di Mantova, e ne rilascia quitanza, liberando Venezia e i Gonzaga, nella persona di Crescimbene de’ Guazzi, loro procuratore come al n. 76, da ogni ulteriore obbligo verso il suo mandante (v. n. 146). >