84 COMMEMORIALI, LlftRO Ili. Marsilio da Carrara, nonché dai vescovi di Ceneda e di Frisinga. Avendo poi Guglielmo suddetto (figlio di Iacopo del fu Tisone maggiore) aderito a Venezia, questa gli promise che lo aiuterebbe a ricuperare i beni spettantigli sulla eredità di Tisone Novello, a cui egli pure pretendeva, qualora essa potesse impadronirsi di Padova, Vicenza e Treviso. Venezia infatti s’impossessò dei beni di Marsilio, ma costui, ricuperata Padova, ebbe dai veneziani l’assicurazione di riavere i beni spettanti alla contestata eredità ; ora Ubertino figlio di Iacopo da Carrara, successo a Marsilio, chiese l’adempimento di tale impegno. Furono perciò deputati i sopradetti tre giudici, i quali consigliarono un componimento amichevole, accettato dalle parti che li vollero arbitri. I medesimi giudici quindi, alla presenza di Ezzelino notaio del fu Oliviero da Padova procuratore di Ubertino, e di Rartolameo Cartulario notaio del fu Allineo da Padova procuratore di Guglielmo, decidono : che siano assegnati al Carrarese il castello e la villa di Camposampiero ; le ville di Pitocche, Albarelle, Campò arcone, il molino di Caselle senza i boschi, le ville di Massanzago, Malcanton, Arsego, S. Giustina in colle, Rovara, Burgo luco (Borgorico) nel padovano e una casa in Camposampiero e in Massanzago, il reddito complessivo dei quali beni era di lire 4733, sulle quali dovevano pagarsi lire 4115 a Cunizza predetta, e lire 300 per decima di Massanzago. Che al Camposampiero siano aggiudicate le ville di Godego, Poiana e Ras nel trevigiano; quelle di S. Zenone, Mussolente e Semonzo nel pedemonte, e di Loreggia, Loreggiola con Fontane, Fratte, Riobianco, S. Michele delle badesse nel padovano, della complessiva rendita di lire 3458. Le rendite riscosse da Venezia durante 1’ occupazione, detrattene le spese, si divideranno per metà fra le parti, le quali, godranno pure per metà la casa di Padova stata di Tisone Novello. Sono assegnati al Camposampiero alcuni servi della sua casa. Il Carrarese consegnerà a quest’ ultimo i beni decretatigli coi relativi documenti, e i due contendenti rinun-zieranno ad ogni ulteriore pretesa. Fatta nella camera di Venezia a Rialto. — Testimoni: prete Andrea degli 01-drici, Giovanni de Azzi scrivano dei capi delle poste, Geremia Sabbatino e i banditori Flaviano detto Testa e Bernardo Rizzo. — Atti Nicolino di Freganesco. 484. — 1310, ind. Vili, Aprile 3. — c.. 103 (169) t.° — Istrumento nel quale — esposto come Nicolò Pisani capitano delle galee della guardia del Golfo abbia catturato la cocca accennata al n. 464 credendola di abitanti di Monaco (genovesi estrinseci) che pirateggiavano a’ danni dei veneziani ; detto come a richiesta del doge di Genova il comune di Venezia abbia liberato i prigionieri e siasi mostrato pronto a restituire la nave — si dichiara che questa fu dal doge restituita con tutte le cose in essa esisenti a Clemente Bestagno presentatosi a reclamarla con 1' allegata lettera, il quale ne rilascia piena quitanza. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. —• Testimoni: Giovanni Michele, Andrea Morosini cavaliere, Nicolò Pistorino e Nicolò di Marsilio. — Atti Iacopo (di Giovanni ?). Allegato : Copia della lettera riferita al n. 482. 485. — (1340), ind. Vili, Aprile 12. — c. 166 (182). — Patente ducale che