52 COMMEMORIALI, LIBRO III. fermarsi a Venezia ; quelli che vi sono ne partano entro 15 giorni sotto pena di 15 lire per testa ; a quelli che hanno affari pendenti è accordata dilazione di due mesi per finirli ; non sono compresi in tali disposizioni i mantovani dimoranti da un anno e con famiglia in Venezia. Publicato in Rialto dal banditore Antonio. 307. — (1333), Settembre 17. — c. 96 (102) t.° — Bertucciò da Molino console veneto in Sicilia al doge. Il tardo arrivo delle commissioni ducali e di quelle degli ufficiali alle biade rese difficili gli acquisti di grano ordinatigli ; ne comperò 4000 some a 9 tari la soma, più tari 1 e grana 5 di spese ; approdò a Messina Giorgio Orseolo con propria nave ; Palamidessio, padrone d’un legno di casa Paradiso, fu da esso console condannato all’ ammenda comminata ai veneziani che esportano grano dalla Sicilia per altri paesi che Venezia ; Francesco Cocco fece contratto coi Peruzzi per trasportare grano da Girgenti in Provenza, e quindi è egualmente colpevole. Nomina i veneziani Nicolò Leoni e Giovanni Bianco. Data a Messina. 308. — 1333, Settembre, 22. — c. 96 (162). — Scrittura presentata da Giroldo e Francesco oratori del comune di Valle, nella quale si dichiara che gli uomini di quella terra solevano eleggersi un cònsole per governarsi secondo gli statuti senza dipendere da alcuno ; che il console nominava due giudici : che i delitti di sangue erano giudicati da 12 ufficiali detti regali e questi nominavano un gastaldo confermato poi dal marchese dell’ Istria ; che 1’ origine dei regali è ignota e che i posti vacanti fra essi si rimpiazzavano con persone elette dai medesimi ; che quella terra pagava lire 400 di piccoli all’ anno al marchese del patriarca d’ Aquileja per essere difesa, ciò però senza obbligo ; che al medesimo scopo pagava pure 100 moggia di frumento, 5 d’ orzo, 50 congi di vino ed un agnello per ogni gregge di pecore al conte di Gorizia; che nè Pola nè alcun altra città ha diritto di esigere da Valle alcunché. 309. — 1333, Ottobre 7. — c. Ili (117). — Due annotazioni come al n. 63 per Lippo Giuda da Firenze e per Tomaso e Jacopo del fu Martinello dei Rosari (o dai rosari) da Padova. , 310. — s. d., (1333, Ottobre 19 (1)). — c. 96 (132) t.° — Guglielmo de’ Gam-biagi e Polo degli Albrigeti fisico, oratori del comune di Argenta, chiedono al doge che quella terra sia accolta sotto la protezione di Venezia, promettendo il consenso del legato apostolico; al qual uopo domandano gli esemplari delle scritture occorrenti. (1) Sotto questa data si trova la risposta decretata dal Senato — Misti, XIV, 34. 311. — (1333), Novembre 2. — c. 97 (103). — Filippo re di Francia risponde (in francese) al doge che gli aveva chiesto la sua adesione all’ alleanza riferita al n. 264. Quantunque occupato nei preparativi della spedizione in Terrasanta, ordinò