doge: bartolameo gradenigo. zione del dazio d’ un fiorino per anfora che si esige in Venezia sul vino ; che siano liberati dal bando dal territorio veneto gli anconitani naviganti pei canali interni nei territori di Ravenna e Ferrara, potendo essi ciò fare in virtù di privilegi papali: che sia resa giustizia ad alcuni cittadini d’ Ancona danneggiati dai veneziani ; e finalmente che s’impedisca a questi ultimi il commettere delitti e violenze nel porto di quella città (v. n. 513 e 523). 523. — s. d., (1340). — c. 170 (176). — Il doge risponde agli oratori del comune di Ancona (v. n. 522) : Venezia apprezza 1’ amicizia di Ancona ; meravigliasi però di non vedere soddisfatte le sue dimande relative a Schiavo Sarcina (o Sarracena, v. n. 492) ; fa la storia di quella questione ; sperava che gli oratori fossero venuti per accomodarla, ma non facendone essi parola, differisce ogni risposta alle loro, richieste fino a che la mentovata vertenza non sia definita. 524. — s. d., (4340 [*] ). — c. 182 (188) t.° — Alberto e Mastino della Scala rispondono a Giovanni Contarmi, Giovanni Gradenigo e Marco Morosini inviati veneti. È loro ferma intenzione di osservare puntualmente il trattato di pace ; protestano non aver colpa di qualche fatto in contrario. Il vescovo di Vicenza ebbe le sue rendite dal dì della pace ; sono pronti a fargli rendere giustizia se gli mancasse alcun che del pattuito. (Interrotta.) [*] Il 12 Dicembre 1340 il Senato decretò la missione dei suddetti ambasciatori (Misti, XIX, 47). 525. —* 1341, ind. IX, Gennaio 3. — c. 181 (187) t.° — Proposte fatte da Carlo marchese di Moravia primogenito del re di Boemia, anche a nome di suo fratello Giovanni duca di Carintia, conte del Tirolo e di Gorizia, a Nicolò Gradenigo figlio del doge e a Giovanni Sanuto oratori veneti. I principi sono pronti a sottoporre a giudizio di arbitri la questione relativa al castello di Zumelle preso da Carlo a Rizzardo e Gerardo da Camino. Frattanto il castello e le sue giurisdizioni siano affidati ad amministratori eletti di comune accordo dalle parti. Se 1’ arbitrato sarà favorevole ai principi * il castello sia loro consegnato; se sarà per Venezia, sia dato ai da Camino contro i quali essa potrà ulteriormente far valere i suoi diritti. In ogni caso, il castello non possa essere armato contro i principi. Accettando Venezia tali proposte, le parti manderanno a Sacile commissari per scegliere gli arbitri ed i custodi di Zumelle. Fatto in Sacile in casa di Bene. — Testimoni : Siccone di Castelnuovo (in Val-sugana), Endrigetto di Bongaio, Bene da Sacile, Andrea da Fermo scriv. ducale. — Atti Mezzano di Mezzano da Feltre notaio di Siccone predetto (v. n. 527). 1341, Gennaio 3. — V. 1341, Febbraio 12. 526. — (1341), ind. IX, Gennaio 13. — c. 180 (192). — IUduca in Candia informa d’ avere, giusta ordini ricevuti, dato a pigione per mezzo d’asta diversi casali di publica ragione e ne rimette la nota (v. allegato). Data in Candia.