DOGE: GIOVANNI DELFINO. di coadiuvare i mandatari degli ufficiali al Cattaver nell’ esercizio del loro dovere, d’inquisire circa i contrabbandi di competenza di quel magistrato. 142. — 1359, ind. XII, Agosto 7. — c. 69. — Gian Bernardo da Cison notaio e inviato veneto espone a Pietro Dandolo podestà e ai giudici di Trieste che 13 mesi addietro i legni veneti alla custodia delle spiaggie istriane presero come contrabbando una barca di Giannino da Zara e la spedirono a Venezia agli ufficiali al cattaver; che poscia Bernadusino da Trieste reclamò come sue le merci d’essa barca, e le ebbe ; ma che ora il padrone del legno, munito di lettere dei commissari ungheresi in Dalmazia, vuole anch’ egli le merci e la barca ; il podestà e i giudici verifichino le cose e restituiscano al zaratino ciò che gli spetta (v. n. 143 e 147). V. Liubió, op cit., IV, 13. 143. — 1359, ind. XII, Agosto 8. — c. 69. — Costituti di Benadussio Rosso, Poldigrimons portatore di vino, Soba e Glavata Brentarii ed Andrea Treupulo, tutti di Trieste, davanti a quel podestà e giudici per la questione accennata al n. 141. Sono nominati : Franceschino corazzaio da Milano, di Trieste, e Mainerò da Trieste (v. n. 144). 144. — (1359), Agosto 9. — c. 69. — Pietro Dandolo podestà e il comune di Trieste ai commissari ungheresi in Dalmazia. Rimettono loro per informazione i documenti riferiti nei n. 142 e 143. Data a Trieste. V. Liubió, op. cit., IV, 13. 145. — (1359), ind. XII, Agosto 24. — c. 70. — Il conte di Lecce al doge. Graziano Giorgio, che aveva avuto dal duca d’Atene l’isola di S. Maura verso certa prestazione, andò ora a’ danni d’ esso conte (erede del duca) contro il castello di Bodonitza; voglia Venezia adoperarsi onde il Giorgio ritorni al dovere, e liberi i vassalli del conte da lui presi. Data a Lecce. 146. — 1359, ind. XI (sic), Settembre 2. — c. 68. — Lodovico della Torre patriarca d’Aquileia dichiara d’ aver ricevuto da Andrea di Paolo Donato camerlengo di comune 2000 ducati d’ oro a prestito pei bisogni della sua chiesa e del patriarcato. Promette restituirli entro due mesi, a semplice richiesta della Signoria, con danni e interessi. Fatto in Venezia in casa Vitturi a S. Maria Formosa, ove abita il patriarca. — Testimoni: Filippo del fu Giovanni de’ JJegliorati giurisperito, Castone del fu Nap-pino della Torre, Giovanni del fu Filippo Talenti e Nicolò del fu Ambrogio de’ Rar-ni. — Atti Nicolò .... 147. — (1359), Settembre 5. — c. 68 t.° — Nicolò de Zech Rano di Schiavo-nia al doge. Ripete la preghiera che sia restituito a Francesco da Milano e a Gian-