202 COMMEMORIALI, LIBRO IV. 428. — 1352, ind. V, Giugno 24. — c. 211 (216) t.° — Il conte a Zara e i suoi consiglieri (v. n. 421) ; Iacopo Delfino, Nicolò Nani e Albano Morosini, provveditori veneti in Schiavonia, rappresentanti il comune di Venezia, pattuiscono coi procuratori del comune di Zara (v. n. 427) : Tutto il sale che si raccoglierà annualmente nel territorio zara tino (trattene 12,000 moggia pel consumo del medesimo territorio e per la vendita ai Morlacchi per la sola via di terra), sarà ceduto al comune di Venezia a 10 ducati d’ oro le 100 moggia il più bello, e 8y2 l’inferiore, presi in salina. Il sale non mercantile sarà pagato a stima. Il presente varrà per 1’ anno in corso e pei due prossimi. I rettori di Zara saranno giudici dell’ osservanza per parte dei contraenti. Fatto nel palazzo comunale di Zara. — Testimoni Giovanni Paternali e Gasparo Malaza soci del conte, e Nicolò detto Co (v. n. 427). — Atti come il n. 427. Y. Liubió, op. cit., Ili, 236. 429. — 4352, ind. V, Luglio 7. — c. 209 (214). — Annotazione che furono rilasciati privilegi di cittadinanza per dimora di 25 anni ad Agostino detto Senese, Enrico e Iacopo figli di Nicolò Mansi, e a Gentilino e Pace figli del fu Giovanni Scal-trido dalla Giudecca. 430. — (4352), Luglio 15.—c. 213 (218) t.°—Bolla piccola di papa Clemente VI a Pietro re d’Aragona. Bicevette, per mezzo di Raterio Boger latore della presente, le regie lettere sul far pace coi genovesi, e ringrazia per la devozione mostratagli. Volendo ritentare un accordo fra i belligeranti, esorta il re a concorrervi e a deputare perciò suoi ambasciatori alla S. Sede pel prossimo 8 Settembre, a che saranno pure invitate Genova e Venezia. Ecciterà poi la prima a desistere da ulteriori attentati ai diritti del re sulla Sardegna e sulla Corsica (v. n. 400 e 437). Data in Avignone, anno 11 dal pontificato (Id. lui.). 43!. — (1352?), Luglio 27. — c. 215 (220). — Guido (d’ Alvergna) cardinale vescovo di Porto e Guglielmo (de la Jugie) cardinale diacono di S. Maria in Cosme-din al doge. L’ omicidio del veneziano Leonardo commesso da un famigliare di Pietro de Tocco cavaliere (di Napoli) dispiacque a tutta la corte papale. Il colpevole fu punito ; il de Tocco, sospetto di correità, trovato innocente. Ciò attestano solennemente onde egli sia libero da ogni molestia per detta causa. Data in Avignone (v. n. 432). 432. — (1352?), Luglio 27. — c. 215 (220). — Binaldo (Orsini) Cardinal diacono di S. Adriano, attesta al doge l’innocenza di Pietro de Tocco (v. n. 370), nel-1' uccisione del mercante veneziano Leonardo ; il reo, Andrea Saraceno servo del precedente, fu giustiziato, Data in Avignone (v. n. 431). 433. — 1352, ind. V, Luglio 31. — c. 197 (202). — Quitanza simile al n. 350, per la decima rata pagata da Ottaviano Alamanni per conto di Rossolino Guzini di Firenze (v. n. 388).