152 COMMEMORIGLI, LIBRO IV. atti Bartolameo di Fulcherio). Si dilungano nell’ esporre le ragioni del petente in prova del suo diritto, dopo le quali il documento resta incompleto. Vi sono ancora nominati : Nicolò di Tomaso di Aquila e Tomaso di Giovanni di Mevania giudici delle cause civili in Firenze. 187. — s. d., (1345). — c. 104 (101-108). — Testamento di Paolo conte d’Ostro-vizza. Vuol essere sepellito nella chiesa dei frati minori di Berberio (Berbir), facendo alla stessa legati di oggetti preziosi, paramenti e libri, che enumera, a condizione che non siano alienati, nel qual caso vadano alla chiesa di S. Maria di Scardona, alla quale sostituisce nello stesso caso quella di S. Bompni di Spalato. Alla prima chiesa nominata lascia tutte le sue possessioni poste presso Berbir ; alla seconda altri oggetti e libri ; al monastero di S. Nicolò di Sebenico due saline ; alla chiesa di S. Salvatore in detta città un credito di lire 200 verso Radovano del fu Elia ; fa un legato a sua figlia Catterina monaca in S. Nicolò a Zara ; costituisce erede universale suo figlio Giorgio, la cui tutela affida al proprio fratello Giorgio sotto la protezione di Venezia, sostituito quest’ultimo in caso di morte del detto Giorgio in minore età, prescrivendogli di restar fedele a Venezia. Termina con altri legati minori a suo figlio Pribcone ecc. Nel testamento è pur nominato Maffeo Ardizoni di Sebenico. V Liubió, op. cit., II, 418. , 188. — 1346, ind. XIV, Marzo 26. — c. 100 (97-104) t.° — Privilegio di cittadinanza interna concesso al cavaliere Filippo degli Abati da Mantova ed a’ suoi discendenti per dimora di 45 anni, non effettiva, ma valutata per grazia. Segue nota che la grazia fu accordata a’26 Dicembre 1343, a patto che l’Abati compri dentro 1’ anno almeno per 100 lire di gr. di stabili in Venezia, e che il presente non valga per la cittadinanza di 25 anni. 189. — (1346), Giugno 19. — c. 102 (99-106), — Lodovico (V) imperatore dei Romani, rispondendo a lettere ducali, si mostra contento per le promesse di ben trattare i negozianti tedeschi in Venezia e dell’ abolizione delle nuove gravezze loro imposte, e dichiara in iscambio di volere che i negozianti veneti siano ben trattati, liberi e sicuri in tutti i suoi stati. Data a Merano, anno 32 del regno, 19 dell' impero. 190. — 1346, ind. XIV, Agosto 10. — c. 101 (98-105). — Privilegio di cittadinanza interna ed esterna concesso a Marco del fu Pietro de’ Battagli da Rimini, ed ai suoi discendenti. — Con bolla d’ oro. Dato nel palazzo ducale di Venezia. 191. — 1346, ind. XIV, Agosto 15. — c. 101 (98-105). — Quitanza fatta dal doge per ducati d’ oro 3171, gr. 22, picc. 5, pagati da Andrea di Cambio socio di Barone Capelli e di Gino di Vieri Bandinelli, tutti di Firenze, per la quarta rata del pagamento mentovato al n. 21. Data come il n. 170 (v. n. 210).