DOGE'. ANDREA DANDOLO. 44. —- 1343, ind. XI, Aprile 23. — c. 13 (10). — Annotazione, che il notaio ducale Stefano di Franchino diede copia a Giovanni Paolo, messo del signore di Mantova, del capitolo della pace conclusa fra Firenze, Venezia ed Alberto e Mastino della Scala signori di Verona, relativo alla navigazione del Po. 45. — (1343), ind. XI, Maggio 2. — c. 14 (11). — Il doge confessa di avere ricevuto ducati d’ oro 3171 e grossi 17, da Naddo di Andrea della società di Lippo e Michi de’ Guidalotti di Firenze, per conto di Gualtieri di Brienne duca d’ Atene e signore di quella città, a titolo di prima rata del pagamento mentovato al n. 29. Data nel palazzo ducale di Venezia (v. n. 136). 46. — (1313), ind. XI, Maggio 2. — c. 15 (12). — Rispondendo a lettere del doge, il legato apostolico (v. n. 31) dice di credere che le querele sporte al papa contro Venezia in nome del patriarca d’ Aquileia sieno state fatte senza saputa di quest’ ultimo, ed ignorando i di lui procuratori che si fossero intavolate trattative. Esorta la Signoria a perseverare in concilianti propositi, e promette di far annullare alla corte papale gli atti anzidetti. Data a Tortona (v. n. 41). 47. — 1343, ind. XI, Maggio 6. — c. 15 (12) t.° •*— Annotazione della consegna fatta, d’ ordine ducale, a due legati della Riviera bresciana del lago di Garda di alcuni registri publici, relativi all’ amministrazione di Marco Dandolo e Pietro Morosini stativi podestà, registri già presentati alla Signoria da Andrea Zeno pure ex podestà della Riviera stessa. 48. — (1343), ind. XI, Giugno 5. — c. 15 (12) t.° — Il podestà di Treviso, in obbedienza ad ordini ducali, trasmette l’elenco dei giorni solenni e di mercato delle ville di Cavolana, Godega, Orsago, Pianzano, Bibano e Roverbasso. Dice che procurerà di trovare un ufficiale che si contenti di minore stipendio di quello si paga a chi risiede attualmente in Conegliano pegli affari di Cavolana. Data a Treviso. 49. — 1343, ind. XI, Giugno 15. — c. 50 (45-55). — Nicolò Morosini vescovo di Castello, recandosi alla S. Sede, costituisce suo vicario generale, con carattere d’alter ego, Iacopo vescovo Ecellonense (d’Avalona). Fatto nel palazzo vescovile in Venezia. — Testimoni: Giovanni da Cipro dottore in decreti arcidiacono castellano, Nicolò Zancani canonico id., frate Egidio priore di S. Lazzaro. — Atti Bonaventura de’Frabaldi scrivano del vescovo di Castello (v. n. 61). 50. — 1343, ind. XI, Giugno 18. — c. 15 (12). — Il doge ordina a Marco Loredano e Fresco Querini procuratori di S. Marco di tenere in deposito, a disposizione di chi vi avrà diritto, lire 139, s. 8 di picc., presentategli da Pietro Zeno già capitano del Paisinatico dell’ Istria, provenienti dalla vendita dei beni di Auichino