DOGE: GIOVANNI GRADENIGO. 245 mese per parte del comune di Venezia ai destinatari della presente. Ordina perciò agli stessi di esigere il danaro, rilasciandone le necessarie quitanze. Data in Avignone, anno 4 del pontificato (II td. Febr.J. 149. — 1356, Marzo 29. — c. 66 (64) t.° — Bernardo Gavellarii procuratore di Pietro IV re d’Aragona confessa d’aver ricevuto dagli ambasciatori veneti nominati nel precedente allegato fiorini d’oro 1500, a conto dei 20,000 dovuti al detto re e scadenti il venturo Natale. Fatto in Avignone in casa di Talairando cardinale vescovo d’Albano. — Testimoni : Napoleone de’ Pontiroli, Bernardo de Cavillano da Gerona. — Atti Giovanni Vallanto da Napoli notaio apostolico. 150. — 1356, Marzo 30. — c. 58 (56) t.° — Il capitano, il consiglio e gli anziani di Genova al doge. Annunziano che Carlo Grimaldi e nipoti di Monaco, ribellatisi alle patrie leggi e datisi al pirateggiare, occuparono coll’ aiuto di certo Be-cheto da Ventimiglia quest’ ultima città. Genova si propone di ridurli al dovere ; intanto partecipa la cosa onde i naviganti veneziani si guardino da quei pirati che tengono Monaco, Ventimiglia e Mentone e varie galee in Provenza. Data a Genova. 151. — s. d., (1356, Marzo *). — c. 59 (57) t.°— Il 20 Febbraio un messo con due birri del comune di Padova, recatosi nel luogo detto la Passiva, invitò con proclama a comparire davanti al podestà di quella città tutti coloro che avessero diritto d’ opporsi all’ immissione di Francesco d’ Este nel possesso dei dossi di Bur-buglio fino alla Passiva (posseduta da 36 anni dalla linea di Francesco d' Este). Il marchese Aldobrandino scrisse inutilmente a Padova protestando per la lesione dei diritti della sua casa. I padovani fecero prender possesso dei detti luoghi, e li occuparono con armati. Ora inviati di Aldobrandino suddetto chiedono che Venezia, cui è affidata la tutela dell’ esecuzione del trattato fra Padova e Ferrara (v. n. 27), s’interponga per far cessare simili novità. (*) Ai 5 Marzo il senato votò una parte relativa all’argomento trattato in quest’atto, Misti, XXVII, 60 t.° 1356, Marzo 31. — V. 1356, Giugno 20. 152. — 1356, Marzo. — c. 81 (80). — Lettera (in dialetto) di Ramadam alla Signoria colla quale risponde a lettere ducali e a quanto gli espose l’inviato veneto Andrea Vernerò. Assegnò per porto ai veneziani Provanto detto città nuova, ove potranno tenere un console. Riassume le altre concessioni esposte nel n. 140. Chiede che i veneziani frequentino molto il paese ; che siano indennizzati i tartari Idome-lich, Animandi, Sobadin, Aclinod, Todoros, Iuanes, Stephanos, Idudiment e Chalos spogliati dalle navi di Nicolò Pisani nel Bosforo mentre navigavano su nave genovese, e condotti prigione in Candia. Egli farà restituire quanto in rappresaglia fu