doge: ANDREA DANDOLO, 187 365. — (1351), ind. IV, Gennaio 6. — c. 176 (181) t.° — La Signoria scrive a Napoleone de’ Pontiroli suo procuratore presso la S. Sede, rimettendogli varie copie della lettera n. 364 cogl’ indirizzi in bianco. Gli raccomanda diligenza nell’ informarla sulle novità correnti, specialmente intorno alle cose genovesi. Gli si rimette lettera pel re di Francia. 366. — (1351), Gennaio 13. — c. 177 (182). t.° — Bolla piccola di papa Clemente VI al doge. Si meraviglia delle scuse fattegli da quest* ultimo per esimersi dal mandare le tre galee alla difesa di Smirne, coni* era tenuto pei trattati, adducendo le ostilità dei genovesi. Venezia non può mancare agl’ impegni contratti; ciò intiepidirebbe il re di Cipro e il gran maestro di Rodi, e il legato apostolico Raimondo vescovo di Térouane rimarrebbe burlato. Adempia Venezia al suo dovere; essa nulla ha temere dai genovesi per le tre galee poste sotto la protezione pontificia. Il papa scriverà in argomento a Genova ; facciagli il doge sapere le sue intenzioni, come pure al legato (v. il. 352). Data in Avignone, anno 9 del pontificato (id. Ian.J. 367. — (1351), Gennaio 13. — c. 178 (183). — Rolla piccola di papa Clemente VI al doge. Fece consegnare 3000 fiorini d' oro di sua parte per la difesa di Smirne a Bartolameo Spiafame mercante di Lucca, che s’ obbligò di trasmetterli ai procuratori di S. Marco. Prega che quella somma sia fatta passare a Raimondo vescovo di Térouane legato apostolico in Romania. Ringrazia pei 3000 fiorini destinati da Venezia alla difesa stessa. Data in Avignone, anno 9 del pontificato (id. Ian.J. 368. — 1351, Gennaio 16. — c. 180 (185). — Trattato d’alleanza stipulato fra il re d’Aragona e il plenipotenziario del comune di Venezia (v. allegato). Previe trattative condotte pel re dal suo consigliere Bernardo de Capreria, si pattuisce : È conchiusa alleanza fra il re e Venezia da oggi fino al venturo S. Michele e pér quattro anni da quel giorno, per combattere i genovesi ; essa potrà essere prorogata nel penultimo semestre. Le parti non potranno far pacè col nemico senza il vicendevole consenso. Il re manterrà costantemente 18 galee nel Tirreno a’ danni di Genova, e ne fornirà la ciurma pagata per un terzo da lui e per due terzi da Venezia, la quale per ciò sborserà al re 12,000 fiorini d’oro al mese in Avignone, in rate anticipate quadrimestrali. Il comandante la flotta sarà nominato dal re, e Venezia terrà presso di quello due commissari per deliberare le operazioni. Le prede saranno divise in parti eguali fra il re, Venezia, e 1’ ammiraglio colla ciurma. L’ ammiraglio avrà solo giurisdizione nell’ armata. Questa inseguirà le navi genovesi che passassero il Faro. Occorrendo di dover porre in mare maggior numero di galee, ciò verrà fatto alle stesse condizioni, restando in facoltà di Venezia di armarne due terzi con proprie genti, nel qual caso 1’ ammiraglio avrà il comando sopra le stesse, ma non la giurisdizione. Le parti e tutti i loro dipendenti tratteranno in ogni luogo i genovesi come nemici. Morendo il re, le galee serviranno Venezia fin che sono pagate. Se, fatta la pace prima del termine della lega, Genova movesse guerra al re, il pre-