45 Abbiane cura il ciel. e per noi scelga (¡li eventi della vita, e si riposi Sulla sapienza eterna. Allor sicura La scelta ne sarà. Del proprio amore L’illusion si rigetti, e sian le brame Sagrificio a quel Dio, cui il meglio è sempre In ogni opera sua termine e guida. L’ orma feral, eh’ io veggo, or mi ricorda Questi di' io lessi un di teneri carmi, E insiem sublimi: „A che ti serve adesso rNatale illustre, amor, stima di sposo? „Poca polve or sei tu nel tristo avello. ..Quello, che orgoglio uman e cole e apprezza, ..Al par di te fìa polve vii fra poco“ Aneli’ essi per donzella erano incisi, D’ un virtuoso consorte agii amorosi Amplessi tolta Era costei la moglie D’ un mio tenero amico. Ah! diè d'Apollo L arte dotta, di cui maestro è egregio, IVr la compagna sua tutta fu vana, Una vita clic a lui fu cara tanto Più de’ stessi suoi di, disparve; e I mastro, Che mille altri serbò, perdi* quell’una, Onde la vita ebbe pesante e grave. Quindi il gemente addolorato sposo Cercò nel cupo avello al proprio affanno Alimento e conforto. In quello ei voliti Che il suo tenero amor splendesse, e insieme Di sua religion nnbil tributo, Che delle doti sue fu il primo pregio. Tutto I elogio in pochi delti è espresso: