COMMEMORIGLI, LIBRO III. 549. — 1341, ind. X, Settembre 19. — c. 192 (198). — Giovanni della Fontana da Ferrara procuratore come al n. 548, dichiara che il suo mandante ebbe in più volte a prestito dai procuratori di S. Marco 374 ducati d’ oro; confessa di aver ora ricevuto da Marco Morosini e Marco Giustiniani, pure procuratori di S. Marco, per conto del vescovo, altri 300 ducati, e promette di restituire tal somma colle rendite della Chiesa cenedese in Serravalle e Formeniga. I detti procuratori poi dichiarano di avere avuto 250 ducati sulle rendite stesse e in acconto di loro credito al tempo di Bertuccio Michele podestà di Serravalle ; e il Fontana promette che il saldo di quest’ ultimo debito del vescovo sarà pagato dopo liquidati i conti della podesteria in Serravalle di Marino Faliero, e i residui dal vescovo stesso in tre anni. Fatto nella chiesa di S. Marco in Venezia. — Testimoni: Giovanni pievano di S. Angelo, prete Servidio custode di S. Marco, prete Boccone e Nicolò Buono chierico di S. Angelo, Andrea da Cavarzere scrivano ducale e Guglielmo del fu Gerardo di Arnaldo da Parma. — Atti Baffaino Caresini not. imp. e scriv. due. 550. — (1341, Settembre 23). — c. 196 (203) t.°—Giovanni duca di Lorena, del Brabante e di Limburgo, margravio del S. R. impero, al doge. In risposta a lettere di quest’ ultimo presentategli da Giovanni detto Soverams, dichiara lasciare all’ e-quità del comune di Venezia il giudicare se siano fondate le pretese di Gerardo de Stralen, stipendiarlo d’ esso duca, per crediti derivanti da servigi prestati al comune predetto. Data a Brusselles (la domenica dopo S. Matteo). 551. — 1341, ind. IX, Settembre 25. — c. 201 (208). — Sindicato con cui Bertrando patriarca d’ Aquileia dà facoltà a Iacopo da Carrara canonico di Treviso e suo vicario generale, di sottomettere al giudizio arbitramentale del patriarca di Grado e del vescovo di Concordia la questione del possesso di Cavolano, al quale vantavano diritti i procuratori di S. Marco e il comune di Venezia, come cessionari del vescovo di Ceneda, ed il mandante suddetto. Fatto nel castello di Udine. — Testimoni : Pietro de Fuxo maresciallo patriarcale, Raimondo della Pertica gastaldo di S. Vito, Guglielmo di Arnoldo gastaldo di Sedegliano, Paolino del fu mastro Giovanni da Modena notaio patriarcale. — Atti Gombertino del fu Ressonado da Novate not. e scriv. patriarcale (v. n. 552 e 565). 552. — 1341, ind. IX, Settembre 26. — c. 201 (208). — Guglielmo decano per sè e per Gerardo di Castelnuovo canonico, ed i canonici Ottolino da Bergamo, Gioannolo ed Ambrogio della Torre, Giovanni di Osnago e Rinaldo de’ Zavattari da Milano rappresentanti il capitolo d’ Aquileia, confermano il sindicato n. 551, conferendo a Iacopo da Carrara le facoltà come in quella. Fatto nella sacristia del duomo d' Aquileia. — Testimoni : Arnaldo de’ Prati e Nicolò d’ Aquileia preti e Brondolino da Cittadella tutti e tre mansionari, e Marino da Aquileia prebendario di quella cattedrale. — Atti come il n. 551. 553. — 1341, ind. IX, Ottobre 4. — c. 203 (210). — Giriforte Lercari di Ge-