72 COMMEMORIALI, LIBRO III. 413. — 1338, Febbraio k5. — c. 144 (150) t.° — Enrico conte palatino e duca di Baviera fa sapere di aver ratificata, anche a nome di Margherita sua moglie, la sentenza pronunziata dall’ imperatore Lodovico V nella lite vertente fra il comune di Venezia e Federico padre e Bertoldo ed Ermanno figli Rabenscopf di Landshut, per risarcimento dei danni dati al detto Federico presso Serravalle. Ordina a tutti i suoi sudditi di non molestare i veneziani per quella lite. Data a Landshut (v. n. 412 e 414). 414. — 1338, ind. VI, Febbraio 25. — c. 145 (151). — Fatta la storia della questione insorta fra i duchi di Baviera ed il comune di Venezia per la ruberia di cui fu vittima presso Serravalle Federico di Babenscopf; Bertoldo figlio di costui, a nome anco di suo fratello Ermanno, dichiara di avere, in forza di sentenza arbi-tramentale dell’ imperatore, ricevuto 984 fiorini d’ oro da Giovanni Cornaro e Giovanni Garoso provveditori di comune, a titolo di risarcimento, e rinunzia ad ogni ulteriore pretesa verso il comune di Venezia (v. n. 412). Fatto nel fondaco dei tedeschi in Venezia. — Testimoni: Ermolao Nani, Francesco Trevisano ed Angelo Veniero, visdomini al fondaco stesso, prete Ermolao loro scrivano, prete Marco Vendelino scrivano dei provveditori suddetti, Federico Rosso sensale nel fondaco mentovato, ed i mercanti : Riccardo del fu Corrado da Monaco, Giovanni figlio di Motozer da Basilea Giovanni figlio di Bartolameo e Giovanni figlio di Alchimaister, ambi di Augusta. — Atti Stefano di Franchino notaio imperiale e scrivano ducale. 415. — 1339, Marzo 11. —c. 148 (154). — Annotazione come al n. 68 per Pietro del fu Puccino Tadizoni da Lucca. 416. — 1338, Marzo 11. — c. 148 (154). — Annotazione come al n. 68 per Giunta di Benvenuto de’ Bernardi di Ancona. 417. — 1338, ind. VI, Marzo 28. — c. 189 (195). — Belletto Cicaleusi (o Cra-leusi) giudice di Napoli e Signorello Celentano notaio regio di Terra di Lavoro e Molise, attestano che Catterina di Marino Vigoni (Vioni ?) da Venezia, domiciliata a Napoli, confessò con giuramento d’ avere ricevuto da Stefania de Bri si a cinque onze di carlini gigliati d’ argento a 60 1’ onza, con promessa di restituzione ad ogni richiesta della creditrice. Fatto in Napoli. — Testimoni: Nicolò de Zoppo notaio e Antonio de Gilio ambi da Napoli. — Atti Signorello Celentano suddetto. 418. — 1338, ind. VI, Maggio 12. — c. 145 (151) t.° — Nicolò del fu Damiano e Pasqua de’ Varicassi procuratori del comune di Zara e di quel conte Biagio Zeno (procura in atti Mauro di Cosiza notaio e cancelliere ivi), presentano al doge 1’ elezione di Donato Contarmi a nuovo conte di quella città, e il principe la conferma. Fatto nel palazzo ducale di Venezia. — Testimoni : Nicolò Pistorino, Andrea da Cavarzere e Turco gastaldo ducale. V. Liubió, o'p. cit., Il, 29.