DOGE: GIOVANNI DELFINO. ¡521 Aquileia nomina suo procuratore per contrarre quanto sta nel n. 248, Princivalle de Alleriis canonico di Montona e suo vicario generale in spiritualibus. Fatto nel palazzo patriarcale di Udine. — Testimoni : Bartolameo vescovo di Caorle, Giovanni da Carrate canonico d’ Aquileia, Ambrogio da Parma canonico di Cividale, Viviano di Polcenigo canonico di Udine, Ruffino de’ Buzii canonico di Casale e Goffredo della Torre. — Atti Pietro del fu Franceschino da Fosdinovo notaio imperiale ed ufficiale patriarcale. 243. — 1361, ind. XIV, Maggio 8. — c. 108 (109) t.° — Princivalle de Alleriis (v. n. 242) comparso davanti a Guglielmo decano e ad Ambrogio della Torre, Er-magora de Maruccio (Madruzzo ?), Filippino da Farra, Paolo da Sala, Iacopo da Marano, Tomaso da Forlì e Giovanni iunore della Torre, canonici componenti il Capitolo d’ Aquileia, espone che per l’interdetto a cui fu sottoposto dalla S. Sede il patriarcato trovasi in necessità di contrarre un mutuo di 3000 ducati d’ oro. Su ciò il Capitolo approva la procura n. 242, e crea proprio rappresentante, perchè intervenga nelle stipulazioni, Bassano pievano di S. Pietro oltre l’Isonzo (v. n. 248) e mansionario della cattedrale. Fatto nella sacristia della cattedrale d’ Aquileia. — Testimoni: Ancelotto di Cuccagna, Giacomo del fu Torre da Cividale, Filippuccio d’ Aquileia, Franceschino da Carrate mansionari della cattedrale predetta. — Atti come il n. 242. 244. — (1361), Maggio 8. — c. I li (112). — Reginaldo vescovo d' Autun tesoriere papale al doge. Sostenne presso il papa le istanze di Venezia fatte da Raffaino de’ Caresini le quali ebbero buon esito (v. n. 245) ; 1’ inviato stesso pagò alla Camera apostolica 9000 fiorini d’ oro, cosa che tornò assai grata al papa. Data in Avignone (v. n. 246). 245. — (1361), Maggio 9. — c. Hl~(112). — Bolla piccola come al n. 241. Accompagna Raffaino de’ Caresini inviatogli dalla Signoria, dicendo d’ avergli fatta la grazia riferita nel n. 241 ; chiede che Venezia faccia quanto il suddetto sarà por domandare in nome d’ esso pontefice (v. n. 211). Data come il n. 241 (VII id. Maii). 246. — (4361), Maggio 11. — c. Ili (112) t.° — Zenobio da Firenze cappellano e segretario papale al doge. In seguito a lettere ducali recategli da Raffaino de’ Caresini, espone le negoziazioni passate fra questo e lui per la grazia riferita al n. 244 (v. n. 244). Data in Avignone. 247. — 1361, ind. XIV, Maggio 15. — c. 107 (108). — Il doge, assenzienti i consigli minore, dei XL e dei pregadi, autorizza Amedeo de’ Ruonguadagni a stipulare in nome del comune di Venezia quanto sta nel n. 248. Fatto nella-sala maggiore del palazzo ducale di Venezia. — Testimoni: Benin-t.endi de’ Ravignani cancellier grande, Bonifacio da Carpi e Giorgio di Amedeo suddetto scrivani ducali. — Atti còme al n. 248. COMMEMORI ALI, TOMO II.