220 commemorali, libro v. dei suoi procuratori Nicolò Zeno e Pietro Morosini, i quali promettono eh’ esso curerà l’esecuzione del trattato e sottostarà alla predetta pena in caso d’infrazione dello stesso per parte degli interessati anzidetti. Fatto in Venezia in casa di Luca Leoni. — Testimoni ed atti come al n. 28. 30. — (1354), Febbraio 27. — c. 13 (11) t.° — Estratto di dispaccio scritto alla Signoria da Zaccaria Contarini ambasciatore presso il re d’Aragona. In Maiorca, Valenza e Barcellona si allestiscono galee coll’ opera dei prigionieri genovesi. Il re fu generoso con quelli di costoro che gli appartenevano, avendone liberati molti per cambi e riscatto. Il Contarini si adoperò perchè si desistesse da tale condotta e 1’ ottenne, come avrà riferito Bertuccio Giorgio. Seppe che, dopo la partenza del re erano cessate, ed in parte revocate, le liberazioni di prigionieri. Dato a Barcellona (v. n. 33). 31. — 1354, ind. VI, Aprile 3. — c. 13 (11) t.° — Ducale che attesta essere Bartolameo di Rondinello de’ Rondinelli cittadino veneziano, e come tale doversi da tutti trattare. 1354, Aprile 10. — V. 1351, Maggio 5. 32. — 1354, ind. VII, Aprile 18. — c. 13 (11). — Verbale in cui si espone che, dopo la morte del primicerio di S. Marco Giovanni Boniolo, quei cappellani (i nominati nel n. 17, più Giovanni Buono) elessero a di lui successore Giovanni Lo-redano loro collega. Presentatolo come tale al doge, questi decretò che 1’ eletto, non essendo sacerdote, non potesse godere dei diritti nè esercitare la sua carica tino a che non avesse conseguito tutti gli ordini sacri ; il che s’ era pur praticato col Boniolo. V. Fi.. Cohnei.ii, Sccl. ven., X, 183. 33. — (1351), Aprile 7 (recte 27). — c. 15 (13). — Brano di dispaccio del-1’ ambasciatore veneto presso il re d’ Aragona (v. n. 30). Biferi al re che un frate genovese aveva proposto a Venezia il cambio generale dei prigionieri. Il vescovo di Valenza, eh’ era presente, chiese quali motivi avesse la Signoria veneta per accettare. Uditili, il re fece dire di non opporsi, ma desiderare che si procurasse anche la liberazione degli aragonesi cattivi in Genova, e che il cambio avvenisse in guisa che i genovesi liberati non potessero giovare alla lor patria contro la flotta eh’ esso re stava apparecchiando. Infine il re approvò le richieste dell’ ambasciatore, e cosi Venezia potrà fare il cambio senza essere obbligata a trattare per gli spagnuoli (v. n. 58). 34. — (1354), ind. VII, Aprile 29. — c. 14 (12). — Roberto principe di Taranto e d’ Acaia, rispondendo a lettere ducali e a quanto gli avevano esposto Goffredo Mororini e Lorenzo Giustiniani ambasciatori veneti, dice : d’ aver ordinato che i veneziani siano esonerati dalle nuove imposizioni in Brindisi e Taranto, che