66 COMMEMORIAM, LIBRO III. Loredano procuratori di S. Marco, Marco Grimani, Nicolò Pistorino cancellier grande. — Atti Nicolò di Marsilio notaio imperiale e scrivano ducale. V. Liubió, op cit., II, 4. 383. — 1336, ind. IV, Maggio 24. — c. 147 (153). — Annotazione come al n. 271 per Francesco maniscalco del fu Lazzaro carraio (carrer) del Friuli. 384. — 1336, ind. IV, Maggio 29. — c. 134 (140) t.° — Iacopo del fu Giovanni notaio e messo ducale, presentatosi a Bailardino Nogarola podestà di Padova, dichiara che Venezia non intende rinunziare ai propri diritti sui luoghi di confine ne’ quali essa aveva già eretto un terrapieno, e che erano stati occupati dal comune di Padova con un fortilizio (il castello delle Saline). Chiede che quel comune si astenga da ogni novità contro i veneziani nei luoghi stessi, protestando per ogni danno eventuale. Fatta nel palazzo publico di Padova. — Testimoni : Bartolameo figlio di Man-zolo e Gabriele di Iacopo, ambi veneziani, e Bofolino giudice da Padova. — Atti Iacobello Veniero notàio imperiale e scrivano ducale. 385. — 1336, ind. IV, Giugno 4. — c. 135 (141). — Provvedimenti presi dal Collegio e da una giunta di savi ed approvati dal Senato e dalla Quarantia in occasione di danni datisi scambievolmente dagli abitanti di Veglia, Chérso ed Arbe. Le dette isole nomineranno due giudici, che giudicheranno delle querele dei danneggiati, ed un terzo in caso di discordanza dei due, per decidere a pluralità di voti. Il rettore di Veglia col giudice e gli altri magistrati dell’ isola faccian giustizia agli uomini di Cherso ed Arbe contro i vegliesi. Si prescrive la procedura da tenere in tali casi e negli altri processi contro gli abitanti delle tre isole. V. Liubió, op. cit., II, 5. 386. — 1336, Giugno 4. — c. 137 (143). — Decreto che ordina ai conti ed agli altri magistrati di Veglia di mandare a Venezia i malfattori Mangiavacca, Bon-zollo di Antolino, Sparticlado de Sprote e Gaudente figlio di Quas, rei principali dei furti e delle rapine commesse dai vegliesi a danno degli abitanti di Cherso ed Arbe. In caso d’irreperibilità, siano banditi e confiscati i lor beni ; e se il presente non sarà eseguito, il comune di Veglia pagherà mille lire. V. Liubió, op. cit., II, 8. 387. — 1336, Luglio 5. — c. 205 (212) t.° — Avendo Iacopo Cama e Simone di Berengario ottenuto dal re di Maiorca lettere di rappresaglia contro i veneziani (v. n. 96), a molti di costoro, che negoziavano in quell’ isola, furono imposte contribuzioni, sequestri, ecc., ed ultimamente otto galee del viaggio di Fiandra furono taglieggiate ; laonde ne vennero dissapori e proteste che indussero il governo veneto a richiamare da quel regno i suoi cittadini entro il 10 Luglio. A comporre simili controversie s’interposero i giurati di Maiorca e Marino Trevisano socio e procuratore della casa Cocco (v. allegato) e d’ altri danneggiati veneziani. Questi negoziatori