DOGE : ANDREA DANDOLO- MARINO FALIERO. 225 cretò che la tutela di Ermanno de Vrusheim sia aggiudicata al suo più vicino parente e legittimo erede Daniele da Ernieh. Voglia il doge consegnare a quest' ultimo la persona ed i beni del Vrusheim. Dato il giorno di S. Pantaleone. 54. — 1354, Settembre 27. — c. 33 (31). — Pietro IV re d’ Aragona ordina (in spagnuolo) ai suoi ambasciatori presso la S. Sede in Avignone, in seguito a dimanda dell’ ambasciatore veneto, di non far pace coi genovesi o coll’ arcivescovo di Milano senza l’intervento dei rappresentanti di Venezia, e di chiedere a questi il pagamento di quanto gli competeva in forza dei trattati (v. n. 55). Data dall’ assedio sotto Alghero. 55. — s. d., (1354, Settembre?). — c. 32 (30) t.° — Protesta di Pietro de Bosco consigliere e scrittore di porzione nella reai casa e procuratore di Pietro IV re d’ Aragona a Giovanni Contarmi ambasciatore veneto. Il re, a richiesta di quest’ ultimo, ordinò ai propri ambasciatori in Avignone di non trattar pace coi genovesi e coll’ arcivescovo di Milano senza l’intervento dei rappresentanti di Venezia. Intima al Contarmi di mandare alla veneta Signoria la lettera riferita al n. 57, e di esporre alla medesima a voce : volere il re essere pagato di quanto gli si deve pei trattati, altrimenti provvederà a risarcirsi da sè (v. n. 56). 56. — s. d., (1354, Settembre). — c. 33 (31). — Giovanni Contarmi risponde alla precedente confermandone il primo punto. In quanto al secondo, afferma e promette che Venezia manterrà scrupolosamente i propri impegni (v. n. 57). 57. — (1354, Settembre?). — c. 33 (31). — Pietro IV re d’ Aragona al doge Andrea Dandolo. In seguito a richiesta di Giovanni Contarini, permette a Venezia di far pace con Genova e coll’ arcivescovo di Milano qual signore di quest’ ultima ; ma esso re, per motivi di dignità, non vuole entrare direttamente nelle trattative ; firmerà bensì la pace conclusa da Venezia, o la farà firmare dai suoi ambasciatori alla S. Sede (v. n. 54). 58. — 1354, ind. Vili, Ottobre 1. — c. 26 (24) t.° — Frate Adriano da Le-vanto ed Oberto Pellicia procuratori del marchese Guglielmo Pallavicini capitano e luogotenente in Genova per Giovanni Visconti arcivescovo di Milano (procura in atti di Nicolò di Beltrame cancelliere a Genova), dichiarano di avere ricevuto da Bonfrancesco di Conto procuratore di Marino Badoaro e degli altri consiglieri di Venezia, vacando la sede ducale, 144 prigionieri genovesi, a condizioni che se alcuno di essi fuggisse durante il loro trasporto a Cesenatico sotto la scorta d’ un commissario veneto, il comune di Venezia non debba risponderne (v. n. 59). Fatto nella sala del Maggior Consiglio di Venezia. — Testimoni: Delfino e Delfinello Delfino, Alonaco scrivano degli avvogadori di comune e Rizzo banditore. 59. — 1354, ind. VII, Ottobre 5. — c. 26 (24) t.n — Oberto Pellicia, procu- COMMEMORIALI, TOMO 11. 29