doge: GIOVANNI DELFINO. 269 265. — 1357, ind. XI, Ottobre 8. — c. 115 (114). — Giovanni Paleologo imperatore di Costantinopoli, dichiara d’ aver stipulato coll’ ambasciatore veneto Giovanni Gradenigo quanto segue : La tregua del 5 Settembre 1349 fra Venezia e l’impero è confermata per 5 anni da questo giorno. L’impero pagherà a Venezia i già stipulati e residui perperi d’ oro 28,333 in 4 rate annue, avendone già ricevuti il Gradenigo 3000. Le parti rinunziano ad ogni risarcimento dei danni recatisi scambievolmente dai rispettivi sudditi, salvi gli altri obblighi vicendevoli derivanti da contratti privati, pei quali è dai contraenti guarentito il diritto dei singoli. Sono rispettati i crediti di Venezia verso l’impero, di 30,000 perperi, derivanti da istru-menti 21 Agosto 1343 (v. lib. IV, n. 56) e 10 Ottobre 1352 (v. n. 5). L’imperatore giura all’ ambasciatore 1’ osservanza del presente, il che pure farà il doge in presenza d’un messo imperiale. Fatto nel palazzo di Blacherna in Costantinopoli, anno 6866 del mondo, per mano di Nicolò Sigeros megateriarca imperiale. — Testimoni i baroni greci : Demetrio Paleologo ed Alessio Atuemi megalodomestici, Niceforo Lascari gran logoteta e Giorgio Astra megaio stratopedarca, ed i veneziani: Andrea Veniero, Leonardo Faliero, Marino Giustiniani, Nicolò Pizzamano, Andrea Bernardo e Pietro Cornaro interprete. Segue nota che il doge giurò 1’ osservanza della precedente, alla presenza del-ambasciatore imperiale Andrea Ineote, il 13 Novembre 1358. 266. — 1357, ind. X, Ottobre 30. — c. 114 (113) t.° — Pretendendo Corrado conte di Landau, condottiere della gran compagnia, dal comune di Venezia 7000 ducati oltre i pattuiti, quale porzione a questo spettante per 1’ arruolamento fatto di 3000 barbute e di 2000 fanti per conto della lega contro Milano, pretesa dichiarata giusta con sentenza imperiale ma non ammessa dalla veneta Signoria, si dichiara col presente che il detto conte, in seguito a trattative con Giovanni Contarini procuratore del doge, ed al pagamento di 2500 ducati fattogli dal medesimo, rinunzia ad ogni ulteriore esigenza propria o d’ altri per tal oggetto verso Venezia, e promette di non recare o lasciar recare da altri molestia alcuna per tal cailsa ai veneziani, sotto pena di 1000 marche d’ argento. Fatto in Venezia nella sala dell’ albergo dell’ Agnus Dei. — Testimoni : Giovanni Vallaresso, Giuliano Baldacchini di Treviso, Iacopo da Urbino chirurgo e Paolo Vitturi veneziani, ed i tedeschi : Bernardo Xench (o Xerich) cavaliere ed Enrico de^Blanchstein. — Atti di Francesco del fu Benvenuto della Massa da Imola notaio del conte di Landau. 267. — s. d., (1357). — c. 107 (106) t.° — Elenco dei cardinali di S. R. Chiesa. Vescovi: Pietro (des Prez) di Palestrina vicecancelliere, Tallairando di Perigord di Albano, Guglielmo (Curti, le Court) di Tusculo cardinalis albus (vescovo d’ Alby) Guido d’ Alvergna di Porto detto Boloniensis, Pietro (du Colombier) d’Ostia e Vel-letri detto d’Arras, Egidio Albornoz vescovo di Sabina detto Spagnuolo. Preti: Ugo (Roger) di S. Lorenzo in Damaso detto di Tulle, Raimondo de Canillac di S. Croce in Gerusalemme detto di Tolosa, Pietro de Crof di S. Martino ne’ monti