184 COMMEMORIALI, LIBRO IV. 351. — 1350, Agosto 11. — c. 171 (176) t.° — Giovanni di Valente doge di Genova al doge di Venezia. Partecipa esserglisi presentato Amadeo (Buonguadagni ?) asserendosi inviato del comune di Venezia; averne peraltro concepito dubbio per la manomissione delle credenziali, per aver avuto sentore di missione a Genova di Marino Faliero, e per le contradditorie risposte dell’ Amadeo. Chiede spiegazioni. Data-a Genova. 352. — 1350, Agosto 11. — c. 173 (178). — Simone vescovo di Laodicea e Simone Le Petit cavaliere, ambasciatori di Ugo re di Cipro, Raimondo di Berengario maestro dei cavalieri di Rodi di Roussillon e Chateau Sarrazin ambasciatore di Diodato di Gozon gran maestro di Rodi, e Nicolò Pisani, Pancrazio Giorgio e Giovanni Steno ambasciatori del doge, pattuiscono in nome dei rispettivi mandanti : È stabilita fra i contraenti una lega decennale per difendere i loro possedimenti in Levante contro i turchi e far loro guerra ; il re fornirà per ciò due galee costantemente armate, Rodi tre, Venezia tre, che si raccoglieranno nelle acque del Levante sotto gli ordini d’ un legato papale o d* un capitano da lui nominato ; uno di questi presiederà il consiglio direttivo della spedizione composto dei capitani delle singole galee; queste non potranno esercitare commercio; saranno tutte in Negroponte il 1.° del venturo anno ; i singoli capitani avranno giurisdizione nelle rispettive galee. Le parti promettono di osservar tutto ciò sotto pena di 10,000 fiorini a favore della camera apostolica. Il papa ratificherà il presente e ne chiederà la ratifica ai contraenti. Fatto a Villeneuve les Avignons. — Testimoni: Pietro cardinale vescovo di Palestrina, Rertrando cardinale prete dei SS. Giovanni e Paolo, Bertrando Martrunì signore di Piavi (o Plani) diocesi di Vabres, mastro Oliviero Rinaldi da Treviso (?), mastro Stefano Avostense procuratore del re di Cipro, Napoleone de’ Pontiroli da Forlì, Gerberto di Ermando de Hebreio della diocesi Verdun (?). — Atti Pietro de’ Vallati notaio apostolico (v. n. 354 e 356). 353. — 1350, Agosto 23. — c. 174 (179). — Bertrando (de Deux) cardinale vescovo di Sabina e Stefano (Aubert) cardinale prete de’ SS. Giov. e Paolo delegati del papa, fatta la storia della vertenza fra il vescovo di Castello e il comune di Venezia per le decime dei morti, citati vari documenti (già riferiti), dichiarano : essere colla loro mediazione le parti, cioè Nicolò Morosini vescovo predetto, Nicolò dottore canonico di castello, pievano di S. Apollinare, procuratore del clero di Venezia, e Nicolò Pisani e Giovanni Steno rappresentanti il comune di Venezia, devenute al seguente accordo : È annullata la convenzione riferita al n. 245 e ogni altra che esistesse in argomento. Il comune paghi, per compenso delle decime dovute prima del S. Pietro 1348, al vescovo e al clero 28,000 ducati d’ oro, dei quali 4000 entro 40 giorni in Avignone, il resto fra due mesi, sotto pena di ducati 10,000 a favore della camera apostolica. Il danaro sarà diviso egualmente fra il vescovo, il clero, le chiese e i poveri, la cattedrale castellana e i poveri di quella parrocchia abbiano il quarto degli importi spettanti ai due ultimi titoli. Il vescovo, 15 giorni dopo ripa-triato, creerà, d’ accordo col clero, un procuratore per rilasciare le volute quitanze,