_ 4 — dalla relazione avversaria appaiono pochi e di poca entità, nemmeno si accenna alle distrazioni e alle delapidazioni avversarie, troppe volte ingiustificabili. Anche dal volume: II martirio del Trentino di Gino Marzari (Milano, 1919) potemmo attingere qualche utile notizia. Ma nell’insieme fu scarso il materiale bibliografico raccolto. Molto ci giovarono invece la nostra lunga permanenza a Trento e le nostre visite ai luoghi colpiti. Alla R. Sopraintendenza di B. A. di Trento, che mise a nostra piena disposizione l’archivio d’ ufficio e la sua ricca collezione fotografica, e specialmente alla persona dell’amico prof. Gerola, che al nostro lavoro diede più volte aiuti e suggerimenti, noi sentiamo il dovere di esprimere qui la più viva riconoscenza. Qualche notizia anche abbiamo avuta dal prof, don Vincenzo Casagrande, che durante la guerra non poco aveva operato presso il Comando austriaco per ottenere che molte cose d’ arte fossero portate in salvo. Da ultimo dobbiamo ringraziare la Curia vescovile di Trento per avere agevolato 1’ opera nostra, raccomandandola al ven. clero della diocesi con una calda lettera di presentazione. Dai decani e dai parroci avemmo quasi sempre amoroso sussidio di informazioni e di fotografie e di libri, del che, nei casi più importanti, faremo cenno ai propri luoghi. * * * Prima però di incominciare qui il nostro giro nelle regioni direttamente colpite dalle offese belliche, ci è duopo dire brevemente alcun che del capoluogo che, pur essendosi trovato lontano da esse e avendo conservati intatti i propri edifici monumentali e le opere d’arte delle chiese e dei pubblici istituti, ebbe tuttavia non poco a soffrire per requisizioni e ruberie nelle sue numerose e cospicue raccolte private. In quale forma, addirittura sistematica, siano state eseguite queste requisizioni e quali difficoltà, le più volte insuperabili, siansi poi incontrate dalle nostre autorità per il ricupero, anche quando il ladro si è potuto identificare, espose il Gerola in un suo articolo intitolato: Gli oggetti d’arte____non ricuperati dall’ Austria (1). Nessun paese del Trentino si salvò da tale vandalismo, ma specialmente colpiti, come più ricchi centri, furono Trento e Rovereto, a tal punto che nel gergo militare austriaco la forma verbale sintetica « Roveretieren » aveva assunto il significato complesso di « rubare sotto il pretesto di requisire o di mettere in salvo ». A Trento primo nelle perdite dobbiamo mettere il Palazzo Vescovile, che possedeva quattro bei ritratti e gruppi di ritratti della famiglia dell’ imp. Ferdinando I (15(54-1576). In uno era rappresentato l’imperatore a figura intiera, nell’altro similmente l’imperatrice, in un terzo i loro figli maschi, nel quarto le femmine. Dei quadri non è ben chiara la sorte ; prima rubati, dicesi che poi i tre primi siano stati bruciati. Fatto si è che oggi rimane solo il quarto col gruppo delle fanciulle (fig. 496) : opera molto significativa, il cui autore ci sfugge ma che ci pare di poter attribuire alla cerchia di Antonio Mor (1512-1578 c.), specialmente per la cura minuziosa di tutti i particolari delle vesti e dei loro ornamenti. Nel Museo diocesano andò perduto un prezioso pastorale d’avorio del sec. X o XI. Semplicissimo, era formato di alcuni cilindri originariamente infilati in un’anima metallica ; ma dell’ incurvatura del riccio non rimaneva che il principio. Non ne esistono fotografie (2). La Casa del senatore Vittorio Zippel, essendo egli e suo figlio prigionieri sotto accusa di alto tradimento ed il resto della famiglia confinato in un villaggio dell’Austria sup., fu più volte perquisita. Un dipinto ad olio però ed un disegno del Segantini, un ritratto (1) In « Emporium », Bergamo 1923, voi. 57, p. 249. (2) Debbo queste brevi notizie alla cortesia del prof, don Vincenzo Casagrande.